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Un giovane su quattro accetterebbe un lavoro da spazzino

print25 febbraio 2014 19:36
(AGR) Bamboccioni, choosy, fannulloni e chi più ne ha più ne metta. Sono gli epiteti che di volta in volta commentatori improvvisati, politici e ministri hanno usato per rivolgersi ai giovani italiani. Ora il primo studio della Coldiretti su “Crisi: i giovani italiani e il lavoro nel 2014” sembra smentire tutto: un giovane su quattro (23 per cento) accetterebbe un posto da spazzino, il 27 entrerebbe in un call center e il 36 per cento, pur di lavorare, farebbe volentieri il pony express. Secondo Coldiretti http://www.coldiretti.it/News/Pagine/134---24-Febbraio-2014.aspx emerge una predisposizione alla flessibilità delle nuove generazioni al tempo della crisi che manderebbe in frantumi l’ idea che i giovani non abbiano voglia di lavorare. Osserva infatti Coldiretti: “Un giovane su tre pur di lavorare è disposto ad accettare un orario più pesante con lo stesso stipendio (33 per cento), ma anche in alternativa, uno stipendio inferiore a 500 euro a parità di orario (32 per cento)”. Semmai, sottolinea lo studio, c’è da ricordare come più della metà dei trentenni italiani nel 2014 viva con la paghetta dei genitori (51 per cento) o dei nonni e altri parenti (3 per cento) che sono costretti ad aiutare i giovani fino ad età avanzata. Altro dato sul quale soffermarsi è la validità dell’offerta formativa e scolastica. Solo il 30 per cento dei giovani, riporta l’indagine, fa un lavoro totalmente coerente con gli studi, mentre il 23 per cento lo fa solo in parte. “C’è un forte spirito di sacrificio nelle nuove generazioni, ma anche la consapevolezza di grandi difficoltà da superare che non devono trasformarsi in rassegnazione - ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - una spinta decisiva deve partire dalla scuola che deve saper alimentare una nuova cultura imprenditoriale e del lavoro fondata su bisogni veri e su asset vincenti su cui può contare il Paese”.

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