UnArchive Found Footage Fest, il concorso del riuso dei materiali d’archivio audiovisivi e cinematografici in chiave creativa
Dal 3 all'8 maggio a Roma la prima edizione del concorso. Il Found Footage consiste nella prassi cinematografica, videografica e artistica di appropriazione, rielaborazione e ri-montaggio di immagini preesistenti recuperate da archivi mediali eterogenei: fotografia, repertorio filmico, home-movie
Set per audiovisivi videocamera foto pixabay
(AGR) di Roberto Di Prima
A partire dalla seconda metà del secolo scorso strategie massive di politiche economiche hanno indotto i colossi industriali di mezzo mondo ad intensificare le loro produzioni allo scopo di indirizzare le popolazioni verso un consumo sfrenato di beni, servizi e prodotti. Tale sovraproduzione, di contro, ha prodotto seri problemi alla salvaguardia del pianeta e dell’ambiente, penso allo smaltimento dei rifiuti o al surriscaldamento del clima, per citarne solo alcuni.
Abbiamo, pertanto, sviluppato un più equilibrato senso del possedere una cosa. Abbiamo, in sostanza, modificato positivamente il nostro approccio nei confronti dell’ambiente in cui viviamo, rivedendo e correggendo le nostre abitudini e rifiutando, laddove possibile, il getta via in favore di un suo possibile riutilizzo o riuso. Un oggetto accantonato, in attesa di essere eliminato definitivamente può, invece, tornare a nuova vita; e, se a farlo è una mente ingegnosa e creativa, un artista per esempio, allora l’oggetto, non solo rinasce, ma può elevarsi a nuovi splendori.
Una riflessione seria e attenta, a tal proposito, già alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, è avvenuta ad opera della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS, la quale aveva intrapreso questo percorso virtuoso applicando la metodologia del riuso in senso lato al riuso d’archivio nel settore degli audiovisivi. L’allora direttore della Fondazione Cesare Zavattini nel 1980 ebbe a dire a tal proposito: “L’Archivio audiovisivo del movimento operaio è un archivio più del presente che del passato, e i materiali valorosamente raccolti non stanno là nelle scaffalature in una indeterminata attesa, diventando cioè sempre più archivio, secondo il vecchio vocabolario, ma sono invece percorsi da una viva impazienza di entrare nella dialettica odierna delle lotte democratiche, di contribuire a creare una informazione più libera fin dalla sua radice”
Partendo, dunque, dal presupposto che da vecchi archivi audiovisivi si possono sviluppare nuove idee e nuove tendenze, ha preso forma, negli anni, la pratica del Found Footage che consiste nella prassi cinematografica, videografica e artistica di appropriazione, rielaborazione e ri-montaggio di immagini preesistenti recuperate da archivi mediali eterogenei: fotografia, repertorio filmico, home-movie, documentazione televisiva etc.
Prodotto dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico in collaborazione con Archivio Luce, con il sostegno del MiC -Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e di altre istituzioni pubbliche e private, si svolgerà a Roma, dal 3 all’8 maggio 2023, la prima edizione di UnArchive Found Footage Fest.
Il concorso internazionale dedicato agli orizzonti creativi del riuso delle immagini d’archivio avrà tre locations d’eccezione: le tre sale del Cinema Intrastevere (Vicolo Moroni, 3), per la proiezione di film, l’Alcazar (Trastevere) per le performance musicali; l’Accademia di Spagna ospiterà invece i panel e le tavole rotonde in cui si confronteranno gli ospiti; Il meraviglioso Tempietto del Bramante per le istallazioni artistiche.
Il concorso è rivolto a opere audiovisive, di qualunque genere, formato, durata e nazionalità, che presentino forme libere e innovative di riuso creativo di materiali d’archivio audiovisivi e cinematografici. Lo scopo è quello di indagare e raccontare al pubblico nuovi orizzonti espressivi, mostrando uno scenario audiovisivo composito e performativo. Gli artisti, (cineasti e videoartisti, animatori e performer, archivisti e curatori d’arte), avranno l’occasione di sperimentare, attraverso frammenti d’archivio, opere in forme espressive in grado di dare luce ad orizzonti innovativi sul significato delle immagini e sul loro rapporto con la storia e con la memoria.
Una giuria composta da artisti, studiosi e personalità rappresentative del settore, assegnerà alle miglioti opere i seguenti premi in denaro:
Premio UnArchive, pari a € 3.000, cui concorrono tutte le opere in selezione;
Premio al miglior lungometraggio, pari a € 1.500, assegnato tra le opere di durata superiore ai 60 minuti;
Premio al miglior cortometraggio, pari € 1.500, assegnato tra le opere di durata inferiore ai 60 minuti.
Le opere in concorso potranno suggerire nuovi spunti di riflessione sul riuso dei materiali d'archivio audiovisivi e cinematografici per dare vita, in una chiave di lettura contemporanea, a nuovi scenari sullo sviluppo critico e consapevole dell’arte e della cultura più in generale