Ostia, la nuova "frontiera" dei droni marini, tutte le novità in mostra al polo acquatico
L’utilizzo in mare: per il salvamento, il monitoraggio ed i rilievi subacquei è la nuova realtà della tecnologia applicata al mare. Una progettualità in continua espansione, testimoniata dal “Sea Drone Tech Summit 2022”, terza edizione unico congresso in Italia su droni e robot per impiego marino
il drone subacqueo Hype esposto ad Ostia
(AGR) Ostia da oggi capitale dei droni marini. Ha preso il via, infatti, al polo acquatico (via delle Quinqueremi) la terza edizione del “Sea Drone Tech Summit”. Questi gioielli tecnologici, progettati inizialmente per un uso in ambito militare, rappresentano oggi il futuro della tecnologia, macchine sempre più perfette in grado, non solo di essere d’ausilio dell’uomo, ma anche di sostituirlo nei compiti più gravosi e pericolosi. I droni sono stato ormai sdoganati in tutti gli ambiti: dal monitoraggio di merci pericolose, al trasporto di medicine e attrezzature mediche, nelle emergenze, nella valutazione post-disastri, fino al salvataggio, ed infine, hanno acquisito una nuova identità anche per l’impiego marino e subacqueo. L’utilizzo in mare, per la sicurezza, per il monitoraggio delle coste per i rilievi subacquei è la nuova frontiera della tecnologia applicata al mare. Una realtà in continua espansione, testimoniata dal “Sea Drone Tech Summit 2022”, terza edizione dell’unico congresso in Italia su droni e robot per impiego marino e subacqueo, in programma fino a domani 26 ottobre presso il Polo Acquatico di Ostia (Roma).
“L’impiego di droni e robot in ambito marino è sempre più diffuso anche in Italia e trova numerose applicazioni, in ambito scientifico, industriale e naturalmente militare”, ha sottolineato Luciano Castro, presidente del congresso. “Roma e il mare di Ostia in questi giorni sono diventate così la ‘capitale’ italiana della robotica marina, ospitando i maggiori esperti italiani nel settore e le tecnologie più innovative e sofisticate”.
Iniziamo la visita all’area espositiva facendo la conoscenza con i droni intelligenti per il monitoraggio della qualità delle acque, una sfida nella quale è impegnata anche l’Università di Verona in un progetto Europeo. La Codevintec presenta un “barchino rosso” piuttosto sofisticato per la geofisica marina, il rilievo dei fondali e l’analisi delle acque, anche in siti pericolosi o difficili da raggiungere.
L’U-Safe è un salvagente-drone pronto a tuffarsi in mare per raggiungere i bagnanti in difficoltà. Raggiunge in pochi secondi la persona alla quale dare assistenza ed è dotato di grosse maniglie dove la persona in difficoltà potrà attaccarsi e quindi farsi portare a terra. Di sicuro è uno strumento utilissimo per la sicurezza dei bagnanti ma non può sostituire, almeno per ora, il ruolo del bagnino. Innanzitutto è necessario che la persona da salvare non abbia perso i sensi e che sappia, in qualche modo reagire ed attaccarsi al drone marino. Da tenere presenti anche le condizioni del mare (onda fino a 40-50 centimetri) e la visibilità da terra, più facile l’utilizzo da un’imbarcazione.
C’è anche l’Università del mare di Roma Tre nello studio e la predisposizione di queste sofisticate apparecchiature con un drone anfibio, offerto e messo a punto dalla Setel. Si chiama Rover, ed oltre ad un utilizzo in agricoltura per cui era stato pensato, ha un utilizzo anfibio. Le grosse ruote di cui è dotato per muoversi permettono il galleggiamento, per cui il veicolo può operare sia su un terreno che in acqua. Può essere usato in quasi tutte le attività di analisi ambientali, acquacultura, chimiche e di temperatura dell’acqua, analisi per le quali è in grado di dare risposte immediate e non successivamente. Si può utilizzare indifferentemente in ambiti costieri o lacustri, anche per il ritrovamento di mine o ordigni bellici, per verificare la presenza di sostanze ferromagnetiche, la tipologia di fondale.
Per la sessione velivoli per uso marino troviamo il Beluga, un prototipo in grado di trasportare un carico di dieci kg. , può volare fino ad un’ora con un peso di un chilo e mezzo. Il drone è velocissimo e raggiunge i 110 km/h (31 m/s) e può essere dotato di galleggianti per posarsi sull’acqua ed è adattabile a tutte le condizioni di vento.
E poi, gran finale, con il drone subacqueo Hype, capace di scendere autonomamente fino a 30 metri e ritornare in superficie. E’ utilizzato per tutti i lavori sottomarini, per controllare i bacini portuali, i fondali, per delineare la batimetrica della costa. Presente anche una boa autonoma la “VR Boy” utilizzabile anche per gli sport nautici.
Per ultimo il drone anfibio “Splash Drone” capace di trasportare un salvagente gonfiabile fino a 300 metri dalla costa in pochi secondi, consentendo la messa in sicurezza della persona in difficoltà.