Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

Pareggetto striminzito sintesi di un brutto Monza - Roma

MONZA-ROMA 1-1

printDi :: 07 ottobre 2024 17:14
Pareggetto striminzito sintesi di un brutto Monza - Roma

(AGR) Anche questa con il Monza, altra partitaccia della Roma, si conclude con il solito pareggetto che, nella prospettiva dell’inserimento della squadra giallorossa nel gruppo delle pretendenti al posto in Champions League o, più modestamente, in Coppa Uefa, prospettiva al momento del tutto ipotetica, viste le squallide prestazioni offerte dalla Roma almeno fin qui, risulterebbe essere del tutto insignificante.

Peraltro, per giustificare questa ulteriore partita incolore giocata contro il Monza, non è corretto tirare in ballo la mancata assegnazione del rigore alla Roma, reclamato dai romanisti dopo che, nel finale di gara, Kyriakopulos, che di falli ne aveva già commessi parecchi passandola sempre liscia, fermava Baldanzi con un plateale pestone. Di fatto, la Roma ha giocato una brutta partita: è vero, ha avuto un paio di occasioni buone, ma anche il Monza ne ha avute, e forse la vittoria sarebbe stato un premio troppo grosso per una squadra che, ancora una volta, ha dato l’impressione di giocare giusto per onorare l’impegno, non per altro.

 
Naturalmente, non se ne vuol fare una questione di etica sportiva, perché, almeno nel football non è mai esistita la regola del chi gioca meglio vince, perché il calcio, come tanti altri sport, è fatto anche di tante astuzie, scappatoie, accorgimenti tattici che magari, nel corso di una gara, vanno a contrapporsi, a contrastare la maggiore qualità dell’avversaria, individuale e di ensemble, e, non poche volte, la sua presupponenza, che nasce dalla falsa convinzione che la vittoria è ‘dovuta’ in virtù del fatto che una squadra è favorita perché indossa questa o quell’altra maglia gloriosa, a fronte di quella avversaria, del tutto ‘anonima’ perché a digiuno, da quando calcio è calcio, da vittorie importanti. Sì, capita che se ne faccia una questione di bacheca, che l’avversario di turno venga valutato in base a quanto sia piena la sua bacheca e/o ha fatto in passato: un errore grossolano che nel calcio sì è spesso rivelato fatale per chi lo ha commesso. Intendiamoci, il pestone rifilato a Baldanzi doveva essere punito con il calcio di rigore.

Onestamente, dubitavamo che il rigore sarebbe mai stato assegnato, viste vecchie storie di rigori ed espulsioni ai danni della Roma: infatti, anche stavolta niente rigore. Ma siamo arcisicuri che in altri stadi quel fallo sarebbe stato sicuramente concesso. Restando a Monza-Roma e ipotizzando che sarebbe passata in vantaggio grazie al rigore giustamente concesso, ora saremmo qui a parlare non già del pareggetto striminzito, ma della vittoria della Roma, stentata e un po’ fortunosa, perché arrivata nel finale, quando nessuno se l’aspettava più, ai danni di un Monza che ha giocato bene, che un paio di volte poteva passare ma non ha avuto fortuna, e che nel prosieguo avrà modo di rifarsi certamente.

Ma se la conquista in extremis dei tre punti avrebbe fatto compiere un bel salto in avanti ai romanisti, di certo non avrebbe fugato i tanti dubbi, incertezze e perplessità che permeano la squadra giallorossa e ne accompagnano abbondantemente le prestazioni. A dire il vero, su qualche giocatore dobbiamo rivedere precedenti valutazioni: su Pisilli, per esempio, non eravamo sicuri che avesse l’esperienza necessaria per giocare in serie A invece, di partita in partita, il ragazzo ci ha largamente smentito e ne siamo contenti. Poi, Dobvyk, che, non perfettamente inserito nei meccanismi della squadra, di volta in volta, sta tirando fuori personalità, forza, potenza e intelligenza tattica, requisiti fondamentali per imporsi nelle aree avversarie. Dobvyk, autore al 63’ del momentaneo vantaggio giallorosso, rete realizzata dopo uno splendido zigzagare in area monzese, ha ormai capito cosa si vuole da lui; lo abbiamo visto più combattivo, più presente nel gioco, con più voglia. Bene per la sua squadra.

Di altri non possiamo dire le stesse cose. Restando ai giocatori, di prestazione in prestazione ci si rende conto che qualcuno ha fatto il tempo suo alla Roma, altri, invece, rispetto a come vennero presentati prima del loro arrivo in giallorosso, si sono rivelati autentici fiaschi, tanto per restare nell’eufemistico, altri ancora, invece, che sono in buon numero nei ranghi romanisti, stentiamo a individuarne le abilità tecniche, i talenti grazie ai quali vestono la gloriosa maglia giallorossa: si ha l’impressione che questi ultimi siano giocatori di seconda e terza scelta, buoni tutt’al più per squadre con obiettivi limitati, arrivati alla Roma per il basso costo del loro cartellino e soprattutto delle loro pretese economiche, in poche parole, non hanno ripagato le attese della tifoseria e probabilmente, a fronte dei suoi consistenti investimenti, della Proprietà.Dunque, almeno al presente, quello giallorosso è un parco-giocatori piuttosto variegato, composito ed eterogeneo, tale che, se la Roma riuscisse a qualificarsi per un torneo continentale o riuscisse ad andare avanti in quello cui partecipa (la Coppa UEFA), bisognerebbe gridare al miracolo.

Quanto agli allenatori: l’ottimo Daniele De Rossi è stato esonerato perché i risultati non arrivavano e la Roma giocava male o non giocava, e per il bravo Juric si va profilando lo stesso giudizio: le lamentazioni continuano per gli stessi motivi arrivando al punto tale che frange della tifoseria romanista invocano il ritorno del bravo DDR. Di certo, per il mister croato si prospettano belle gatte da pelare.

A noi, questa tarantella fa ipotizzare che, in definitiva, il cattivo andamento della squadra non dipenda né dal primo né dal secondo allenatore, né, magari dal prossimo che dovesse arrivare, ma, piuttosto da un mercato-trasferimenti mal condotto e gestito da gente che del calcio italiano e dei giocatori italiani sa poco o per sentito dire o addirittura nulla. In sostanza, sono partiti giocatori che potevano essere ancora utili e sono arrivati giocatori di qualità inferiore rispetto ai partenti. Tuttavia, il tempo è dalla parte di Juric: il croato è un allenatore che sa il fatto suo e una volta che avrà conosciuto bene i giocatori a sua disposizione, trovata la squadra centrerà gli obiettivi. Magari contando sulla piena collaborazione dei giocatori, anche a costo di distribuire loro belle, salutari ed energiche tirate d’orecchie.

                          

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE