La sconfitta con il Milan compromette l’obiettivo Europa della Roma
Milan-ROMA 3-1
Milan-ROMA 3-1
(AGR) A San Siro, la Roma trova la sua settima sconfitta in campionato, contro un Milan che, sì, il prestigio del nome, i tanti trofei vinti, il posto in classifica che occupa attualmente e tutto quello che vi pare, non era certo chissà cosa. Insomma, il ‘diavolo’ non era così brutto come veniva dipinto, nel senso che quella con il Milan attuale era una partita non proibitiva per la Roma, a patto di approcciarla con più personalità e soprattutto giocarla in altro modo, giocarla, cioè, in modo serio o quantomeno credibile agli occhi dei suoi tifosi. Invece, la Roma è apparsa una squadra senza personalità per buona parte della gara, almeno fino a quando ha accorciato lo svantaggio grazie al rigore trasformato da Paredes, cosa che nella tifoseria giallorossa ha alimentato speranze, fino ad allora impensabili, di portare via il pareggio.
Speranze risultate del tutto infondate, visto che, invece di attaccare, la Roma continuava in quel malinconico tric-trac a centrocampo che sfociava sempre in lanci a cercare Lukaku, che, come sempre stretto da due, tre difensori avversari, non riusciva neanche a girarsi. Difficile fare goal avendo le spalle alla porta. Poi arrivava il 3-1 milanista e a quel punto i giochi erano chiusi. Cos’altro dire di questa squadra, se non rischiare di ripetersi tirando dentro, per l’ennesima volta, il non-gioco romanista, l’incrollabile abulia che alcuni giallorossi mostrano ormai da tempo (se stai male o non sei al meglio, stattene a casa, guarisci e poi se ne riparla), soprattutto la cronica mancanza di un centrocampo vero. Sembra chiaro che sia arrivato il momento di dare il benservito a diversi giocatori, mentre per altri potrebbe bastare un vigoroso scossone, visto che possono essere ancora salvati dal naufragio.