La Roma gioca e inventa goal… per l’Atalanta
Atalanta-Roma 3-1
(AGR) La Roma arriva a Bergamo avendo nelle gambe l’enorme dispendio psico-fisico buttato dentro nella battaglia contro il Feyenoord e qualche giocatore non al top o con infortuni non del tutto smaltiti. Partecipare alle varie coppe europee è già, di per sé, psicologicamente e fisicamente dispendioso, parecchio dispendioso e il fatto che gli impegni siano così ravvicinati a quelli di campionato, di certo non aiuta. L’Atalanta, da parte sua, almeno per questa stagione quegli impegni non li ha, pertanto, godendo di una migliore condizione psico-fisica, non è poi così difficile porre la sua vittoria come possibile risultato finale della partita contro la Roma. Per forza di cose, quindi – condizione psico-fisica piuttosto approssimativa da contrapporre a quella, eccellente, dell’Atalanta – la Roma è costretta ad un atteggiamento prudenziale, votato più al contenimento delle offensive orobiche, che non a disputare una partita significativamente offensiva.
Lo abbiamo notato fin dai primi minuti il suo arrivare secondi su ogni pallone, la lentezza nello sviluppare azioni, la mancanza di dinamicità e velocità di manovra. Quel suo essere incolore è apparso del tuto in antitesi con quanto fatto vedere solo qualche giorno prima, in Coppa Uefa Europa League: brillantezza, qualità della manovra, continue proposte di gioco, tutte cose che avevano strappato applausi e consensi a non finire nei suoi confronti. Naturalmente, per l’Atalanta, quest’anno fuori dalle coppe europee, ma con una gran voglia di rientrarci fin dalla prossima stagione, una Roma così dimessa era un’occasione troppo ghiotta, da non lasciarsi assolutamente sfuggire. Ma attenzione: tutta questa superiorità nei confronti della Roma, nonostante la sua maggiore freschezza fisica e migliore condizione mentale, non è che poi sia venuta tutta fuori e/o sia stata così eclatante. Non è che i nerazzurri abbiano maramaldeggiato a loro piacimento: la Roma ha fatto quanto poteva, quanto era nelle sue possibilità e oltre, si potrebbe dire. La sconfitta della Roma è arrivata soprattutto a causa di leggerezze ed errori difensivi, non certo perché l’avversaria fosse chissà cosa.
Giustamente, Gasperini si è fatto due conti; sono in vantaggio, questi sono in riserva, ma io non mi fido, perciò li tengo ben alla larga e magari provo a raddoppiare, ma senza frenesia. La scelta strategico-tattica della Roma non era poi così sbagliata, solo che al 74’ arriva il 2-0 orobico: da una respinta di Rui Patricio, su tiro di Palomino, il pallone arriva a Toloi, che raccoglie e tira a sua volta, la sfera uscirebbe o comunque verrebbe spazzato via, se Llorente non ci mettesse la testa. Nulla da fare per Rui Patricio: 2-0 Atalanta. La reazione della Roma è immediata e all’83’ il pallone è a Belotti che, di tacco, pesca Pellegrini che si è incuneato nelle retrovie avversarie, ancora qualche passo e il capitano la mette all’angolo, dove il portiere atalantino non arriverà mai. Gara riaperta ma dura poco: palla al centro, è l’84’, azione sviluppata dai nerazzurri, il pallone arriva a Rui Patricio in uscita, ma ha uno strano, imprevedibile rimbalzo che sorprende e sfugge alla presa dell’estremo giallorosso, arriva Koopmeiners e mette in rete sfruttando al meglio la paperona, ma sì, è proprio una paperona quella del portiere romanista, fissando così il risultato finale sul 3-1. Sconfitta forse prevedibile per le ragioni già dette, ma non proprio meritata. I tre goal di Bergamo non pregiudicano la corsa romanista al posto in Champions League. La Roma non deve stare lì a pensarci su troppo: nel calcio non c’è controprova e se poteva andare in un modo piuttosto che in un altro o in un altro ancora, mah… non lo sapremo mai. Sabato 29 aprile arriva il Milan: partitone-spareggio! Noi ci accontenteremmo di assistere ad una gran bella partita con tanti goal.