Dybala e Smalling abbattono il tabù Inter e la Roma riparte
Inter-Roma 1-2
(AGR) L’Internazionale è una squadra che, da sempre, impone rispetto a chiunque, che la si affronti in casa o in trasferta. Un rispetto conquistato sul campo, letteralmente: la sua storia è, infatti, piena zeppa di pagine che narrano di trionfi in Italia e in ogni angolo del mondo calcisticamente evoluto, ed è sempre lì ad ammonire l’avversaria di turno. Alla vigilia della partita con la Roma, la sentinella era più che mai presente e il suo messaggio altrettanto inequivocabile: “non farti ingannare dall’andamento poco brillante che abbiamo avuto fino a questo punto del campionato: siamo l’Inter e pure stavolta ci riprenderemo”.
Dall’altra parte, nella tifoseria romanista, le ferite inferte da Udinese e Atalanta non erano ancora rimarginate e la partita con l’Inter, a detta di molti, che fossero o no tifosi giallorossi, non era quella giusta per pensare a un rilancio in campionato. Quel messaggio, quindi, era più che mai da tenere presente, cosa che la squadra ha fatto, utilizzando al meglio quanto aveva a disposizione per affrontare la blasonata avversaria.
La Roma pareggia al 39’ su azione manovrata: Spinazzola spinge sulla sinistra, crossa perfetto per Dybala che dall’altra parte arriva puntuale all’appuntamento con il pallone, gran botta di prima e pallone in rete. Nella circostanza, il portiere Handanovic può solo guardare. Al 75’ arriva il goal vittoria della Roma: punizione battuta da Pellegrini, il pallone, carico d’effetto, spiove in area e sorvola tutte le teste, arrivando sul secondo palo dove trova Smalling, che arrivava a spron battuto, pronto ad insaccare con un imprendibile colpo di testa: Inter - Roma 1- 2 e tutti a casa.
Buona la direzione arbitrale del Sig. Massa di Imperia. Essere squadra in tutti i sensi, cioè mettere in campo, al servizio della squadra, personalità, fisicità, qualità individuali fino all’ultimo secondo di gara: sono questi i pilastri sui quali poggia il credo calcistico di Mourinho, e contro l’Inter, la Roma li ha sapientemente interpretati e ‘incarnati’, mescolandoli con un atteggiamento tattico convenientemente guardingo e prudente quel tanto che è bastato, senza rinchiudersi, cioè, nella propria metà campo, ciò che l’avrebbe sicuramente condannata alla sconfitta, ma anzi proponendo calcio, fatto di trame sviluppate con ariose manovre a tutto campo e ficcanti inserimenti sovente sfociati in affacci ai venti, venticinque metri avversari, mai cadendo in individualismi e/o virtuosismi fini a se stessi del tipo ‘guarda come sono bravo io’. Una miscela che alla fine s’è rivelata letale per l’Inter, ma ha consentito alla Roma di prendersi i tre punti e ampliare i propri orizzonti.
In sede mediatica, la telecronaca di Dazn, portata avanti con un’enfasi del tutto fuori luogo, visto il ritmo gara non certo blando ma nemmeno così convulso, ci è apparsa pessima perché sottilmente parziale, confusa, prolissa e didascalica, inzeppata di statistiche che nulla hanno a che vedere con l’evento trasmesso, riferendosi a partite che probabilmente nessuno ricorda più e a giocatori che hanno smesso di giocare da tempo: cosa può importargliene al telespettatore che davanti al televisore, magari preda di un’ansia indicibile, sta seguendo la squadra del cuore, se il tal giocatore ha segnato tot numero di reti in questa o quella stagione?
Dopopartita da bordo campo ancora peggiore: poco spazio alla Roma, squadra che, indiscutibilmente, ha vinto con merito, limitato a domandine a scappa e fuggi a Mancini, tanto spazio, invece alla perdente, l’Inter: in quella sede è stata fatta un’analisi della partita a senso unico, cioè vista dalla parte nerazzurra, ed è stato detto di tutto, comprese le coccole consolatorie per la squadra milanese, fino ad arrivare ad esprimere concetti di ‘altissima’ scienza calcistica, incluso quello, bizzarro, secondo il quale negli ultimi minuti di gara l’allenatore dovrebbe mettere in atto una sorta di allenamento ‘on the road’ cioè a gara in corso: mah! Amici lettori, se quelle parole meritassero un commento, lo lasciamo a voi.
Naturalmente, la cosa più ovvia che andava detta, non è stata detta: la Roma ha vinto perché ha dimostrato sul campo di essere più forte dell’Inter, punto e basta. Sempre in quella sede è stato dato spazio alle ridicole risposte del giocatore intervistato, Dimarco: ne sintetizzo il senso di alcune di esse, che, indubbiamente, appaiono emblematiche: “La Roma ha fatto due tiri e ha fatto due goal, l’Inter è stata superiore e ha dominato” e altre idiozie del genere. I due a bordo campo se ne sono ben guardati dal contestare quelle parole: ci ha pensato l’altra giornalista a farlo.