Carlo Mazzone, Maestro di calcio
Carlo Mazzone è stato un grande allenatore italiano
(AGR) Sono stati tanti gli episodi che Carlo Mazzone ha vissuto da protagonista via via che la sua carriera si snodava, moltissimi dei quali presto diventeranno aneddoti che nel tempo verranno raccontati, riraccontati, ripetuti chissà quante volte quando le conversazioni arriveranno all’argomento calcio, e, dopo aver tirato fuori questo o quel goal, quel giocatore o quella squadra, inevitabilmente sfoceranno sul tale o talaltro allenatore: ‘eh sì, ce n’erano di allenatori simpatici’ e così via… Nel momento in cui la figura del Maestro Carlo Mazzone sarà al centro della conversazione, sicuramente salterà fuori una di quelle sue battute sparate dalla panchina, nel pieno della bagarre.
Certo, quanto a simpatia, Carlo Mazzone non è stato secondo a nessuno, ma è senz’altro riduttivo ricordare questo maestro di calcio – come purtroppo hanno già fatto dei media - solo per le sue estemporaneità come la corsa verso la curva dei tifosi atalantini, una carica a testa bassa, ormai divenuta storica, messa in atto quando non ne poteva proprio più degli insulti alla sua persona, alla sua romanità, al suo lavoro, che provenivano da quel settore dello stadio, o, ancora, quei ‘magara’ (romanizzazione del termine italiano ‘magari’) che a forza di sentirglieli dire gli valsero il soprannome di ‘Sor Magara’.
Carlo Mazzone è stato un grande allenatore italiano e, quanto alla sua preparazione, fin dagli inizi della sua carriera ha dimostrato di essere molto più avanti rispetto a tanti suoi blasonati colleghi. In proposito, all’epoca del suo maggiore fulgore, negli anni ’90, fummo sorpresi non poco nel vedere nazionali titolate impostate su canoni mazzoniani, diciamo così, che comunque, se non proprio identici, ne ricalcavano, grosso modo, filosofie e concetti-base.
Da allenatore, qualche miracolo calcistico l’ha compiuto, eccome, a cominciare dall’essere riuscito a portare il suo Ascoli nell’Olimpo della Serie ‘A’, nella stagione 1973-1974, e nella stagione successiva, 1974-1975, coronare il sogno salvezza dopo avere disputato un bellissimo campionato. Un miracolo vero e proprio, viste le perigliosissime acque della nostra massima divisione.
'Ma cos’è questo Ascoli?’, ‘Come gioca?’, ‘Ma chi è ‘sto Mazzone?’. Sì, a quei tempi, a parte gli addetti ai lavori, nessuno conosceva né la simpatica squadra marchigiana, né la sua guida tecnica, ma alle grandi masse calcistiche gli ci volle ben poco per capire che quella non era una squadra di pizza e fichi e che il suo mister era un allenatore vero. Matricolissima tra tante veterane titolate, quell’Ascoli seppe farsi apprezzare per la sua personalità, il suo gioco veloce, senza fronzoli, che puntava subito ai sedici metri avversari. Nel campionato successivo, l’Ascoli retrocedette, ma in quel primo biennio di serie A, per certi aspetti fantastico, Mazzone e la sua ciurma qualche soddisfazione riuscì a togliersela, assestando legnate qua e là e facendo sì che il ‘Del Duca’, la tana dei bianconeri ascolani, diventasse terreno minato per chiunque.
Vogliamo ricordare Carlo Mazzone per la sua tantissima e sconfinata professionalità, oltre che, naturalmente per la sua simpatia, l’estemporaneità ormai storica, le battute brucianti e i ‘magara’, componenti non marginali della personalità di questo maestro di calcio, che pur non essendo fondamentali ai fini della sua affermazione nel mondo del calcio, indubbiamente ne hanno accresciuto il carisma a dismisura. Perché è ben noto a tutti che nel calcio, come in qualsiasi altra professione, se non si ha quel valore aggiunto che permette di emergere, quello skill professionale che ti mette in grado di leggere le situazioni anche le più critiche, si combina ben poco, si rimane al palo.
È dunque soprattutto per i suoi meriti sportivi che Carlo Mazzone va ricordato, quei tanti meriti sportivi acquisiti nel corso della sua carriera: brevissima quella di calciatore, interrotta da un incidente di gioco occorsogli in un derby con la Sambenedettese, che lo costrinse al ritiro, durante la quale aveva vestito le maglie di Latina, Roma, Spal, Siena e, infine, Ascoli, dove arrivò nel 1960 e dove, nel 1968, iniziò la sua carriera di allenatore. Lì, ad Ascoli, Mazzone si è affermato grazie anche ai miracoli compiuti con la squadra bianconera: ne prende la conduzione tecnica nel 1969 e dalla ‘C’ la porta alla ‘A’ nel 1973-1974. Nel 1975, approda alla Fiorentina e lì resta per tre campionati. Poi, dal 1978 fino al 2007, anno del suo ritiro, è sulla panchina di tante squadre, qui salvando dalla retrocessione squadre già spacciate, là giocandosela fino all’ultima giornata o approdando nelle coppe europee. Grazie, Carlo. Riposa in pace.