Belotti salva una Roma di là da venire. Salernitana intraprendente, veloce, già pronta
Roma - Salernitana 2 - 2
(AGR) Quando Belotti, all’86’, ha realizzato il goal del pareggio, il sospiro di sollievo tirato dalla tifoseria romanista probabilmente avrà abbracciato tutto il popolo giallorosso, arrivando fino alle periferie più remote dell’Urbe, club giallorossi sparsi nel mondo compresi. Eh, sì, perché nella giornata d’esordio, dalla Roma ci si aspettava molto, molto di più. Una vittoria di misura era il minimo sindacale che le legioni romaniste potessero aspettarsi. Invece, guarda tu!, capita che all’Olimpico arrivi la Salernitana, che, stando ai si dice, a differenza della Roma, più che ad un posto in Champions League - ma non si sa mai – punterebbe a raggiungere la quota salvezza, più o meno intorno ai quaranta, quarantadue punti, al più presto possibile. Di conseguenza, per lei è gioco-forza mirare al pareggio fuori casa e alla vittoria tra le mura amiche: insomma, restare in perfetta media inglese e salvarsi.
Capita, invece, che i granata costruiscano una partita di tutto rispetto e che alla fine il pareggio più che da lei sia guadagnato dalla Roma, grazie alla doppietta di Belotti, che, da quanto si è visto, con questa performance sembra essere tornato alla brillantezza che gli conosciamo. Per la Roma s’era messa bene, visto che era andata in vantaggio al 17’, quando Belotti, stoppato un preciso pallone speditogli da Llorente, batteva il bravo portiere avversario Ochoa. Il goal faceva seguito ad altra rete, al 7’, annullata dopo gran consulto del VAR. per fuorigioco… della punta dello scarpino del romanista Sulla decisione, forse ispirata dal teatro dell’assurdo di Ionesco, abbiamo grossi dubbi e perplessità. Comunque, i due goal, arrivati a breve distanza l’uno dall’altro, forse avevano convinto i romanisti che la goleada era a portata di mano, anzi di piede. Nel prosieguo, si aveva l’impressione che la Roma giocasse con il freno tirato, mentre la Salernitana, in svantaggio ma fuori da qualsiasi timore reverenziale nei confronti dell’avversaria, si dannava spingendo con ordine sulle fasce e al centro con buone giocate, sovente incuneandosi tra le maglie giallorosse che, a pallone riconquistato, non è che affondassero con decisione verso i sedici metri cercando l’uno-due letale che avrebbe messo i tre punti in cassaforte.
Sono in molti a pensare che nella ripresa la Roma cambierà passo e per la Salernitana non ci sarà scampo. Invece, in apertura di tempo, al 49’, arriva il vantaggio dei campani: location curva nord lato tribuna Tevere, Candreva è lì appostato, defilato rispetto alla porta romanista, ma il pallone di Bradaric che gli arriva da sinistra è preciso, Cristante è lì a pochi metri, vede Candreva e se ce la mettesse potrebbe quantomeno impedirgli di tirare perché vede anche il pallone che sta per arrivare, ma, di nuovo, non sa che pesci prendere: le immagini lo mostrano indeciso sul da farsi, l’indecisione è fatale alla Roma perché Candreva arriva tranquillo sul pallone, lo addomestica quel tanto che serve, e poi lo manda ad infilarsi sotto il sette opposto: una vera perla, da applausi. Dopo questi due errori, Cristante dovrà rivedere qualche filmato di Maldini, Baresi, Collovati e Vierchowod, tanto per capire come si deve intervenire in certe situazioni. A questo proposito, la tifoseria giallorossa confida in Mourinho.
Bene, Salernitana in vantaggio, cosa, a quel punto della partita, non proprio inaspettata. Manca quasi un tempo alla fine, ma la reazione della Roma non è quella che dovrebbe essere, la Salernitana mischia bene le carte e imbriglia le manovre giallorosse, sempre piuttosto lente. Faceva caldissimo? Sì, ma faceva caldissimo anche per gli ospiti: ma allora come si spiega che i romanisti andavano al piccolo trotto mentre i granata campani correvano? Mah! L’arrembaggio giallorosso, ma forse esageriamo usando questo termine, è scontato per il modo in cui esso viene portato: non mette alcuna ansia alla Salernitana che, anzi, è palesemente intenzionata a triplicare. Nella Roma, la mancanza di Dybala, Pellegrini e Abraham (a proposito del londinese qualcuno comincia a chiedersi se giochi ancora nella Roma…) si sente, e soprattutto si vede.
Ma il problema emerso nella partita contro la Salernitana è che non solo mancano centrocampisti di peso ed esperienza, ma, soprattutto, ci siamo accorti della non esistenza di trame e schemi di centrocampo. All’Olimpico si alzano i peana dei tifosi della Salernitana, accorsi in oltre tremila ad incitare la loro squadra, mentre la tifoseria giallorossa, per la sua gran parte, assiste muta e silente alla mediocre performance dei propri beniamini. Si fa strada, nel popolo giallorosso, la certezza che la Roma si stia avviando verso la clamorosa figuraccia, ma c’è Belotti che riesce ad evitarla quando all’82’, finalizza con un colpo di testa un gran cross di Paredes: pallone in rete, 2-2, sogno della Salernitana sfumato, e coronarie romaniste salvate grazie al ‘gallo’. Ah, un ultimo dettaglio: all’86’, sul 2-2, evidentissimo spintone rifilato da Gyomber a Belotti che, palla al piede, è ormai a tu per tu con il portiere avversario: è rigore nettissimo, ma né l’arbitro Feliciani Ermanno da Roseto degli Abruzzi, né il pacchetto VAR se ne accorgono, naturalmente.