Studio scientifico condotto nell’Azienda Careggi di Firenze "stimolazione elettromagnetica del cervello per combattere la dipendenza da cocaina".
Azienda Careggi di Firenze
(AGR) I risultati della nostra ricerca pubblicati sulla rivista scientifica internazionale PLOS ONE - spiega il professor Guido Mannaioni dell’Università di Firenze, fra gli autori dello studio e direttore della Tossicologia Medica di Careggi - sono a conferma, con metodo rigoroso, dell'efficacia della stimolazione cerebrale con onde elettromagnetiche per la cura della dipendenza da cocaina.
La validità della terapia, già in uso in vari centri e in fase di attivazione anche a Careggi è stata studiata e accertata rispetto all’effetto placebo, nella capacità di ridurre nel breve periodo il bisogno di assumere la sostanza stupefacente.
L'applicazione del trattamento è stata effettuata da un team di Tecnici di Neurofisiopatologia, esperti nella metodica coordinati dal dottor Giovanni Lanzo. La terapia con onde elettromagnetiche – conclude Grippo – genera micro-scariche elettriche indolore che stimolano le aree del cervello dove si ritiene si trovino i centri della dipendenza, tendendo a ripristinare il fisiologico funzionamento cerebrale.
La verifica oggettiva dei risultati raccolti, senza suggestioni involontarie negli sperimentatori e nei pazienti, ignari rispetto all’effettiva somministrazione, ha consentito – conclude Mannaioni – di verificare con rilevante validità statistica, nei soggetti realmente sottoposti alla terapia, un miglioramento della capacità di resistere alla dipendenza, essenzialmente psicologica, causata dall’uso di cocaina.
I risultati sono stati confermati a seguito di un periodo di osservazione di 3 mesi. Questi dati indicano che la stimolazione con onde elettromagnetiche può rappresentare una valida possibilità terapeutica per il trattamento della dipendenza da cocaina, per la quale purtroppo non sono ancora disponibili farmaci pienamente efficaci.
Risultati - aggiunge Francesco Lolli della Neurofisiopatologia di Careggi e professore associato all’Università di Firenze - particolarmente importanti anche perché assimilabili a quelli riportati in uno studio del 2020 realizzato in Messico da una equipe di ricercatori, con metodo simile a quello applicato a Firenze, a conferma della validità dei dati raccolti che, In primo luogo, rassicurano sull’assenza di effetti collaterali, come cefalea, parestesie o altri sintomi tali da sospendere la somministrazione della terapia.
Lo studio è pubblicato al link (open) https://journals.plos.org/plosone/article/comments?id=10.1371/journal.pone.0259860