Regione Lazio: Marchetti (Confepi Sanità) “Sulla salute mentale primo passo per apertura tavolo di confronto con Rocca”
Le tariffe bloccate dal 2010 e i ritardi nei pagamenti rischiano di far collassare il sistema delle comunità psichiatriche accreditate. Nel Lazio il disagio psichico è un'emergenza. Secondo nostri dati un ragazzo su sei che avrebbe bisogno di assistenza non accede alle cure
Confepi manifestazione dinanzi regione Lazio foto da comunicato
(AGR) “Un primo positivo passo verso l’apertura di un tavolo di confronto con la Regione Lazio atteso da oltre dieci anni dal comparto sanitario della salute mentale di cui fanno parte migliaia di operatori, strutture e comunità di accoglienza psichiatrica, familiari e pazienti che vivono quotidianamente il dramma del disagio psichico”. Ad affermarlo è Paola Marchetti, presidente nazionale di Confepi Sanità, che ieri è scesa in piazza fuori la sede della regione Lazio per richiamare l’attenzione dell’Istituzione regionale sulla situazione delle comunità psichiatriche accreditate, che, per i ritardi nei trasferimenti delle risorse dalla Regione e per le tariffe bloccate dal 2010, vivono una condizione di grande incertezza che ne mina la possibilità di intervenire in modo efficace, con ripercussioni negative sui pazienti e sugli stessi lavoratori.
“Nel Lazio il disagio psichico è una vera e propria emergenza che colpisce i nostri adolescenti. Secondo i nostri dati un ragazzo su sei che avrebbe bisogno di assistenza non riesce ad accedere alle nostre strutture”, afferma la presidente Marchetti. “Di fronte al riconoscimento dell’esplosione del disagio psichico, come problema trasversale alle classi sociali e alle generazioni, la carenza di una risposta pubblica proietta le nostre strutture private ed accreditate ad essere un autentico avamposto, ancorché insufficiente, nel contrasto allo stigma e nella riabilitazione terapeutica”.
“Il dottor Ridolfi ha proposto di avviare un percorso comune, con tanto di cronoprogramma, che, se rispettato, potrebbe portare la Regione ad una revisione complessiva della politica sulla salute mentale. Per quanto ci riguarda – conclude il presidente di Confepi Sanità - siamo soddisfatti dell’esito di questo primo incontro, che è anche il frutto della generosità di operatori, lavoratori, familiari e ragazzi che hanno voluto impegnarsi in prima persona per risolvere una serie di problematiche da cui dipende la tenuta di tutto un sistema”.