In Italia l'amianto c'è ancora, diritti negati alle vittime
Stamani in Campidoglio si è svolta la conferenza: Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime. Bonanni (ONA): necessaria la rimozione dell’amianto dai luoghi di lavoro. Appello al Ministro del lavoro, no all’accanimento dell’INPS contro le vittime
Vicario, Amorosini, Gianni, Raciti, Pellegrini e Bonanni
(AGR) di Donatella Gimigliano
La Sala Laudato Sì in Campidoglio ha ospitato oggi la conferenza streaming dell’Osservatorio Nazionale Amianto sul tema “Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime”.
Le fibre di amianto provocano il mesotelioma, quello della pleura, del pericardio, del peritoneo, e della tunica del testicolo, e ancora il tumore del polmone, della laringe e delle ovaie, e poi ancora quello della faringe, dello stomaco, del colon-retto, e l’asbestosi, placche e ispessimenti pleurici.
La mappa del rischio in Italia è in proporzione ai livelli di contaminazione dei luoghi di lavoro, e il richiamo alle sole norme del decreto 81/2008, non è sufficiente, occorre la bonifica, tanto più per il fatto che non vi è una soglia al di sotto della quale il rischio si annulla (direttive n. 477/83/CEE -quarto considerando- e n. 148/2009/CE -undicesimo considerando-), e per il mesotelioma anche dosi poco elevate possono essere fatali. La strage è proseguita nel 2019, i dati aggiornati: Mesotelioma, 1900 decessi; Asbestosi, 600 decessi; Tumori polmonari, 3.600 decessi.
“E’ necessario che il Governo elabori i piani di bonifica dell’amianto, utilizzando, per le scuole e gli edifici pubblici, le strutture e infrastrutture, i finanziamenti europei del Recovery fund. Per quanto riguarda invece la bonifica degli ospedali, e in generale la loro ristrutturazione, ovvero l’edificazione di strutture più moderne, specialmente nel Sud Italia, potrebbero essere utilizzati i fondi del MES, rispetto ai quali vi è in corso una polemica politica tra le stesse forze di maggioranza, tenendo conto che con l’utilizzo di questi fondi si potrebbe pure rimuovere l’amianto dagli ospedali, visto che debbono essere destinati alla sanità, come vincolo europeo” – ha proposto il Presidente ONA, Avv. Ezio Bonanni, che ha denunciato: “si evitino spese legali da parte dell’INPS per alimentare un contenzioso abnorme per i rigetti di tutte le domande di prepensionamento delle vittime dell’amianto. L’accanimento contro queste vittime è vigliacco e vergognoso. Sulla negligenza dell’INPS indaghi la Corte dei Conti’.
I diritti negati ai lavoratori vittime dell’amianto: la strage continua e l’INPS rifiuta l’accredito delle maggiorazioni contributive, anche quando c’è la prova del danno. È il caso dei lavoratori siciliani delle Industrie Meccaniche Siciliane: l’isola è stato il centro di speculazioni di imprese del nord e di occultamento della condizione di rischio, il che ha impedito di proporre le domande di rilascio della certificazione amianto presso l’INAIL, e anche quando sono state depositate, i diritti non sono stati riconosciuti. I lavoratori avevano ottenuto, in via amministrativa, l’accredito delle maggiorazioni amianto, e in molti casi anche il prepensionamento. Il Tribunale di Siracusa aveva riconosciuto loro i c.d. benefici amianto, grazie ai quali, anche quelli non collocati in pensione, avrebbero ottenuto comunque un prepensionamento. Tuttavia la Corte di Appello di Catania, adita dall’Avvocatura INPS, ha annullato la sentenza del Tribunale di Siracusa e rigettato le domande di accredito dei benefici amianto. Per tali motivi, è in corso, ormai da circa 100 giorni, lo sciopero della fame dei lavoratori e dell’ONA Sicilia.
Alla conferenza, moderata da Massimo Maria Amorosini (ONA Tv) sono intervenuti in collegamento: Patrizio La Pietra (Fratelli D’Italia), Giuseppe Pisani (M5S) che ha spiegato: “sono un medico, ad oggi investito della carica di senatore. Per tali motivi rappresento il popolo, comprese le vittime dell’amianto, e mi batterò al loro fianco affinché ci sia giustizia e riconoscimento dei loro diritti, con applicazione del dettato normativo in ossequio alla tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente di lavoro in tutte le sue forme”, Stefania Prestigiacomo (Forza Italia) ha poi sottolineato: “c’è una legge del 1992 che riconosce uno specifico beneficio pensionistico. Nel 2015 sono varate altre norme specifiche per i lavoratori del settore metalmeccanico esposti all’amianto. La norma è chiara, ma i governi che si sono succeduti, come spesso accade, si sono dimenticati di varare le disposizioni attuative che consentirebbero l’applicazione della legge. A tutto questo si aggiunge l’INPS che spende risorse per ricorrere in appello contro una sentenza già vinta dai lavoratori in primo grado.
Fausto Raciti (PD) ha poi sottolineato come: “per quanti passi in avanti si siano fatti negli anni, il problema dell’amianto in Italia è ancora largamente irrisolto, con alcuni casi gravi che riguardano i diritti dei lavoratori a rischio perché impiegati nella filiera”. Il Sindaco Priolo Gargallo, Pippo Gianni ha accusato: “purtroppo siamo perdendo tempo prezioso, anni che costano la vita delle persone, lavoratori, che hanno investito il proprio lavoro per migliorare l’economia del Paese. Tutto ciò per l’inerzia del Ministro, che ancora ad oggi non adotta gli Atti di Indirizzo necessari, abbandonando i lavoratori e le loro famiglie ad un futuro infame e vergognoso in una netta violazione al fondamentale diritto alla salute consacrato nell’art. 32 della Carta Costituzionale”.
Calogero Vicario (coordinatore ONA Sicilia e operaio Industrie Meccaniche Siciliane) ha raccontato: “domani sono cento giorni di protesta davanti il comune di Priolo, e 103 che, per protesta, non faccio la barba. Credo che possano bastare a sensibilizzare il Ministro del Lavoro, l’unico che possa risolvere quanto subito ingiustamente dai lavoratori delle industrie meccaniche siciliane che invitiamo a venire in prima persona in Sicilia a verificare il luogo di lavoro dove hanno svolto attività per oltre 25 anni respirando ferro e amianto”. “Fratelli d’Italia porterà una interpellanza in Parlamento per chiedere l’immediata bonifica del territorio e risposte per i lavoratori dello stabilimento delle Industrie Meccaniche Siciliane, vittime dell’amianto che, a causa di una sentenza di dubbio gusto, rischiano la revoca della liquidazione della pensione di anzianità” – annuncia Cinzia Pellegrino (Coordinatore Nazionale del Dipartimento Tutela Vittime Fratelli d’Italia).