Il sorriso di un bambino può essere uguale a quello della mamma anche con la fecondazione eterologa
Il sorriso di un bambino può essere uguale a quello della mamma anche con la fecondazione eterologa
(AGR) Tale madre, tale figlio. Può succedere anche se il concepimento è avvenuto tramite fecondazione eterologa, cioè utilizzando i gameti di due donatori. Per cui capita spesso che un bambino possa avere lo stesso sorriso della mamma anche se non sono stati usati i suoi ovuli. Lo assicura Claudia Livi, ginecologa responsabile del Centro Demetra di Firenze, organizzatore della prima giornata di confronto sulla donazione dei gameti e la fecondazione eterologa il prossimo 2 ottobre a Firenze, nel corso di un convegno promosso dalla SIFES (Società Italiana di Fertilità e Sterilità).
«Alcune nostre pazienti - riferisce - confessano che i loro figli ottenuti con eterologa pare abbiano il loro stesso sorriso. E non si sbagliano. Esiste davvero una relazione tra madre e feto che consente all'utero materno di influenzare l'espressione dei geni del nascituro».
«L’embrione generato dall’ovulo di un’altra donna, se impiantato nella cavità uterina interagisce con l'endometrio, che secerne numerosissime sostanze tra cui dei miRNA, piccole sequenze di RNA, che influenzano lo sviluppo embrionale e fetale. Questo processo di influenza dell'espressione genica fetale, da parte della mamma al bimbo, si chiama epigenetica, ed è un fenomeno estremamente complesso che solo da poco abbiamo iniziato a conoscere», dichiara Daniela Zuccarello, medico genetista all’Azienda Ospedale Università di Padova.
L’ambiente uterino, lo stile di vita, le abitudini, il tipo di nutrizione durante la gravidanza possono influenzare l’espressione dei geni del bambino, in particolare quelli legati al neurosviluppo. Anche nei primi mesi di vita, il cervello dei neonati si sviluppa rapidamente e il comportamento dei genitori ha un forte impatto sullo sviluppo dei bambini. Lo dimostra anche il più grande e completo studio di coorte realizzato all’Università di Singapore, GUSTO (Growing Up In Singapore Towards Healthy Outcomes) che ha analizzato il cervello dei neonati dalla nascita fino ai tre anni d'età, con una risonanza magnetica. Ebbene, dai risultati è emerso che l’ippocampo, una parte fondamentale del cervello per la gestione della sfera emotiva, cambia in base al comportamento dei genitori e le diversità degli stili genitoriali. Nello stesso studio, si dimostra che l’amigdala, la parte del cervello che regola emozioni e l’istinto di accudimento, si attiva nelle neomamme ma anche nei papà o nei genitori di coppie omosessuali o di genitori adottivi.
«Questo ci porta verso un'importantissima conclusione: oltre la natura e la genetica, essere genitori è prima di tutto una scelta», dice Livi.
Del delicato equilibrio tra genetica ed epigenetica, tra il desiderio di genitorialità e limiti biologici e le nuove dinamiche generate dai progressi nella procreazione si parlerà il 2 ottobre a Firenze nella sessione “Ovodonazione ed epigenetica: perché il DNA non è tutto” tenuta dalla Dr.ssa Daniela Zuccarello. L’incontro è aperto a tutti e gratuito ed è possibile seguirlo in diretta streaming sulla pagina Facebook del Centro Demetra. La giornata di approfondimento sulla donazione eterologa in Italia è organizzata dal Centro Demetra, insieme alla Società italiana fertilità e sterilità (SIFES), con il patrocinio di Regione Toscana, Azienda USL Toscana, dal titolo “La Donazione Di Gameti In Una Società Che Cambia”. Insieme al centro Demetra, saranno presenti Roberto Palermo Past President SIFES, l’avv. Filomena Gallo, Segretario Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni; Giulia Scaravelli, Responsabile del Centro Operativo Adempimenti legge 40/2004 Registro Nazionale PMA; la ginecologa Cristiana Allodi Quartim Barbosa; il ginecologo Gianluca Gennarelli, la genetista Daniela Zuccarello, Irene Ciulli del Direttivo Associazione famiglie arcobaleno; il genetista Emiliano Giardina; Andrea Borini, direttore di 9.baby e tanti altri professionisti.