Donazioni sangue, la Regione Lazio in sofferenza, costretta ad acquistare le sacche all'esterno
Francesca De Vito (M5S) svela: oltre 5 milioni annui sarebbe il costo per acquistare sacche fuori regione. La Regione Lazio è lontana dal traguardo dell' autosufficienza, tanto da dover acquistare sacche fuori dai confini, allungando i tempi per le trasfusioni
(AGR) “La Regione Lazio è assolutamente lontana dal traguardo dell’essere autosufficiente sulla quantità di sangue necessario, tanto da dover acquistare sacche fuori dai confini, rallentando i tempi d’attesa da parte di chi ha bisogno di una trasfusione e con grave dispendio di risorse economiche. Siamo ancora nel pieno di una pandemia, è vero, ma non si può lasciare tutto il resto al caso”.“Sono mesi che le Associazioni dei Donatori di Sangue hanno lanciato l’allarme sulla grave carenza e la conseguente necessità di una campagna di sensibilizzazione adeguatamente volta all’informazione dei cittadini, che evidenzi anche la sicurezza sanitaria per i donatori. A queste associazioni andrebbe inoltre dato maggior supporto, tanto più per il fatto che facilitare il loro lavoro significa anche non avere esborso di denaro pubblico da parte della Regione.
Dalle informazioni in nostro possesso si parla di acquisto medio annuo dalle 27 alle 30mila sacche, al costo medio di 200 euro l’una, a conti fatti sono oltre 5 milioni. Nel 2020 ne sono state raccolte 186.000, e di queste ben 5.000 nei giorni della campagna informativa nazionale, ciò significa che la campagna di sensibilizzazione porta a risultati importanti, malgrado questo ne abbiamo dovute acquistare oltre 24.000 sacche“In questi tempi inoltre, il percorso si è reso ancora più impervio a causa della drastica diminuzione del tradizionale bacino di raccolta per le associazioni di donatori, ovvero le aziende e gli enti pubblici e privati i cui dipendenti sono per lo più in smartworking e le scuole, dove gli studenti praticano la didattica a distanza. A questo va aggiunta la reticenza delle persone a recarsi presso i centri trasfusionali degli ospedali per paura di essere contagiati dal virus COVID-19”.
Apprendo con piacere che segua il tema ma penso sia suo l’onere di agire poiché la campagna di informazione da lui segnalata e basata sull’affissione di manifesti negli ospedali non è assolutamente sufficiente rispetto, ad esempio, all’utilizzo della rete televisiva tramite la quale potrebbe anche essere menzionato il vantaggio della gratuità di alcune analisi, unito ad un maggiore e rispettoso ascolto di tutte le associazioni che mi auguro vengano anche audite quanto prima nella competente commissione, per rappresentare le gravi criticità in merito alla raccolta del sangue“L’emergenza COVID-19 ha distratto con altre importanti problematiche ma non possiamo certo dimenticarci di tutte le altre patologie e dei 1800 pazienti che hanno bisogno di sostegno ematologico per sopravvivere”.