Crotone, aumento di neoplasie e di mortalità per malattie croniche: epidemia nell’area dell’ex Pertusola
Bonanni (ONA): “È indispensabile bonificare con urgenza per ridurre il rischio di esposizione dei cittadini”. Rilevata la presenza di metalli pesanti, composti inorganici e organici, materie prime di natura chimica e metallurgica, residui di lavorazione con elevati indici di patologie asbesto
(AGR) di Donatella Gimigliano
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha registrato un più elevato indice di mortalità riferito al SIN (Sito di Interesse Nazionale) dell’ex Pertusola. Si tratta dell’area di Crotone-Cassano-Cerchiara, nella quale si rileva la presenza di metalli pesanti, composti inorganici e organici, materie prime di natura chimica e metallurgica, residui di lavorazione a elevato contenuto di radioattività, con elevati indici di patologie asbesto correlate tra coloro che sono stati impiegati nei diversi stabilimenti.
Dall’indagine clinica di Montilla, che ha coniugato il dato onco-tossicologico sommando le segnalazioni giunte all’ONA, e le rilevazioni del medico legale, Arturo Cianciosi, competente in medicina del lavoro, emerge che in queste ultime settimane, c’è un fenomeno epidemico che riguarda le patologie connesse all’esposizione ambientale da agenti patogeni e cancerogeni, da amianto e da metalli pesanti, dimostrata anche dai risultati delle analisi effettuate su campioni di urina della vittima, che presentano diversi valori superiori al limite di soglia. “La fosforite e i prodotti di scarto nei processi di lavorazione industriale, come accaduto per la ex Pertusola, presentano una tipica concentrazione di metalli tossici contaminanti: uranio, torio, radio, piombo, zinco – spiega Montilla, che sottolinea – “la fosforite, trattata ad alte temperature in altoforno, produce isotopi di polonio in forma di gas. Inoltre, dalla catena di decadimento dell’uranio, si ha la formazione di radon, un gas nobile estremamente pericoloso e cancerogeno per l’uomo”.
La bonifica della zona è stata predisposta già nel 2010 e, ad oggi, è ancora in corso e, nonostante l’identificazione del SIN a elevato impatto ambientale e i dati provenienti dai reparti oncologici, manca la sorveglianza sanitaria con screening onco-tossicologici e analisi biomolecolari mirate, dei pazienti potenzialmente contaminati.
“È indispensabile bonificare con urgenza per ridurre il rischio di esposizione dei cittadini (prevenzione primaria) – denuncia l’avvocato Bonanni - ma è necessaria anche la sorveglianza sanitaria per coloro che sono stati già esposti, insieme alle corrette tutele previdenziali e risarcitorie. Auspico che siano sempre meno i contenziosi giudiziari a cui sono costretti vittime e familiari per il riconoscimento dei propri diritti”.
Si può richiedere assistenza dell’ONA su sito https://www.osservatorioamianto.it/assistenzalegale/ o al numero verde gratuito 800 034 294. Inoltre l’associazione continua a lavorare anche per aggiornare la mappatura attraverso l’app (http://app.onanotiziarioamianto.it).
il presidnete dell'ONA Ezio Bonanni foto archivio AGR