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Amianto nelle Ferrovie dello Stato: condanna della Corte di Appello di Messina a risarcire i familiari di un capomacchina

Il ferroviere che prestava servizio sui traghetti ed unità navali in servizio nella tratta tra Reggio Calabria e Messina sarebbe stato esposto per oltre 30 anni all'amianto. L'uomo è deceduto a 73 anni nel 2017

printDi :: 10 giugno 2022 15:21
Amianto nelle Ferrovie dello Stato: condanna della Corte di Appello di Messina a risarcire i familiari di un capomacchina

(AGR) di Donatella Gimigliano

La Corte di Appello di Messina, con sentenza n. 461/2022, ha riconosciuto che il messinese A.R., ufficiale e poi direttore di macchina su traghetti e sulle unità navali delle FS per il trasporto passeggeri e merci che hanno fatto la spola tra Reggio Calabria e Messina, è stato esposto ad amianto per 31 anni senza prevenzione e protezione, e ha subito la malattia professionale del tumore uroteliale e alla vescica.

 
L’uomo, una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, fu colpito da questi due tumori nel 2007 all’età di 63 anni, ed è poi morto nel 2017 a 73 anni dopo aver contratto anche il tumore del colon, lasciando moglie e due figlie, Carmen e Raffaella.

In primo grado le sue richieste erano state rigettate e, pertanto, i familiari si sono rivolti all’Avv. Ezio Bonanni e all’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS, che hanno impugnato la sentenza del Tribunale di Messina. La Corte di Appello di Messina ha disposto un nuovo accertamento medico legale che ha dimostrato come le fibre di amianto e gli altri cancerogeni presenti nelle navi delle Ferrovie dello Stato hanno provocato il tumore uroteliale e quello alla vescica, ed è per questo che è stato riconosciuto il diritto alla rendita e i ratei dal 2007 al 2017 (circa 60.000,00 euro) a carico dell’INAIL, cui si sono aggiunti anche i risarcimenti a carico di RFI, per l’importo di €41.763,00.

Ora la causa proseguirà per il riconoscimento del tumore del colon alla base della morte del ferroviere, sempre per l’esposizione alla fibra killer.

Quella dell’amianto nelle FS è ormai una vera emergenza, tanto è vero che sono stati segnalati 696 casi di mesotelioma (come da VII rapporto ReNaM – fino al 2018), quindi con una epidemia ben più estesa, tenendo conto che sono asbesto correlati anche il tumore del polmone, della laringe, della faringe, degli altri organi respiratori, oltre a quelli gastrici. Come è emerso dalle testimonianze durante il processo di primo grado nelle Ferrovie dello Stato, e quindi anche nei traghetti, ci sono state anche altre fonti di esposizione, tra le quali i gas di scarico, di combustibili, olii esausti, lubrificanti e solventi, campi elettromagnetici e pitture.

“L’ONA è da sempre in prima linea per la tutela delle vittime dell’amianto in FS – spiega Bonanni - ricordo, infatti, che già nel 2014 abbiamo ottenuto una importante sentenza della Corte di Appello di Roma che, come in questo caso, ha ribaltato gli esiti negativi del primo grado, e che fu confermata poi in Cassazione con un risarcimento che per l’epoca era record (circa 800.000,00 euro). La nostra azione ora proseguirà con la richiesta di bonifica e messa in sicurezza”.

L’impegno dell’ONA ha permesso di proseguire nelle bonifiche, anche grazie alle segnalazioni pervenute tramite l’APP amianto http://app.onanotiziarioamianto.it/. Per la tutela legale ci si può rivolgere allo specifico sportello chiamando il numero verde 800.034.294, o chiedendo la consulenza compilando il form attraverso la pagina https://onanotiziarioamianto.it/mesotelioma-ferrovie-ona/

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