Amianto killer ad alta quota. la Corte d'Appello condanna la Atitech Spa a risarcire la famiglia di un dipendente deceduto per un mesotelioma
L'uomo deceduto a 59 anni è stato esposto alle pericolose fibre di amianto presenti negli impianti, nei macchinari dell’azienda, all’interno degli hangar, e nell’ambiente in generale, senza essere messo a conoscenza dei rischi. La Corte d'Appello ha aumentato il risarcimento dovuto ai familiari
(AGR) Amianto ad alta quota: la Corte di Appello di Napoli condanna la Atitech Spa a risarcire la famiglia di un dipendente deceduto per un mesotelioma pleurico Una lunga vicenda giudiziaria che si è conclusa con un aumento dell’indennizzo per i danni. Una vicenda giudiziaria durata 18 anni, quella relativa alla morte di un ex dipendente dell’azienda di aerotrasporti Atitech Spa, deceduto a 59 anni nel 2006 per un mesotelioma pleurico da esposizione all’amianto.
L'uomo, nato a Napoli e residente a Casalnuovo (Na), aveva iniziato a lavorare all’età di 18 anni nello stabilimento ATI di Capodichino, poi trasformatosi nel 2004 in Atitech. Dopo aver ricoperto diverse mansioni, incluso il lavoro come assistente tecnico di bordo e magazziniere, si era trovato esposto alle pericolose fibre di amianto presenti negli impianti, nei macchinari dell’azienda, all’interno degli hangar, e nell’ambiente in generale, senza essere messo a conoscenza dei rischi. L’uomo, tra l’altro, indossava anche presidi antinfortunistici contenenti amianto (ad esempio i guanti).
L’azienda, che era stata già condannata nel 2010 dal Tribunale di Napoli a risarcire con 180 mila euro la famiglia, ha contestato la decisione nei successivi gradi venendo ulteriormente condannata a riconoscere un importo risarcitorio aggiuntivo di 54mila euro che, calcolati gli interessi, raggiunge la cifra di 90mila euro.
“18 anni di cause giudiziarie per risarcire i familiari di un lavoratore esposto ad amianto sono veramente troppi! - dichiara Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia, che sottolinea – “Siamo però soddisfatti della giusta condanna che aumenta notevolmente il risarcimento, a cui si dovranno aggiungere anche quelli sofferti direttamente dai familiari e da perdita parentale per i quali si prosegue con altro giudizi”.
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