Salute mentale, un'emergenza sanitaria e sociale nazionale
In Lombardia oltre due milioni di persone soffrono di disturbi mentali e ogni giorno cinque persone chiedono aiuto agli ospedali milanesi. Esperti e i rappresentanti delle Istituzioni a confronto nel Think Tank di Motore Sanità hanno stilato una lista concreta per migliorare l’assistenza
Salute mentale convegno a Milano foto da comunicato stampa
(AGR) Da una parte, l’esplosione di un fenomeno che, dopo la pandemia, ha assunto i caratteri di una vera e propria emergenza, con oltre due milioni di persone (le stime parlano del 20-30% della popolazione) che soffrono di disturbi mentali soltanto in Lombardia. Dall’altro le difficoltà a farvi fronte, legate innanzitutto, anche se non solo, alle carenze di personale. In Lombardia, secondo recenti analisi, mancano 300 psichiatri e duemila tra infermieri, psicologi, educatori e assistenti sociali. E intanto le richieste di aiuto continuano a crescere, soprattutto tra i giovani, con quattro o cinque ragazzi che ogni giorno arrivano nei grandi ospedali milanesi.
Bisogna partire dai numeri per comprendere la necessità di intervenire su un tema – la salute mentale – che con la pandemia è esploso, assumendo il carattere di una vera e propria emergenza.
I lavori del Laboratorio hanno portato gli esperti ad identificare una to do list concreta per migliorare l’attuale scenario della regione Lombardia basata sui seguenti punti:
Investire sui professionisti sanitari
Tutti i Dipartimenti di Salute Mentale della regione Lombardia risultano sottodimensionati in termini di personale sanitario e socio sanitario. L’assistenza viene garantita solo grazie all’impegno e disponibilità dei singoli. È necessario un intervento organico che attraverso la misurazione dei carichi di lavoro ai quali tutti gli operatori sono sottoposti porti ad una revisione delle attuali piante organiche. Parimenti è assolutamente necessario garantire un’adeguata formazione così da migliorare diagnosi e percorsi di cura.
Adeguamento dell’offerta assistenziale
Un adeguamento del numero delle strutture dedicate all’assistenza, cura e riabilitazione dei pazienti con disturbi mentali (i.e. CSM/CPS, CD, SR, ambulatori dedicati) e dei posti letto negli SPDC permetterebbe non solo di rispondere alla crescente domanda di pazienti che necessitano di una presa in carico in condizioni di emergenza-urgenza, ma di attuare un potenziamento dell’assistenza territoriale e dell’offerta sociosanitaria.
Maggiori risorse
A livello nazionale le nostre stime prevedono una linea di investimenti tale da portare la percentuale del fondo sanitario almeno al 5%. Ciò rappresenterebbe il fattore abilitante per: intensificare l’attività territoriale, implementare l’assistenza ai giovani pazienti nella fase di esordio delle malattie, garantire la continuità della cura sia tra ospedale e CSM, migliorare l’appropriatezza dei trattamenti, l’aderenza e controllare il rischio di effetti collaterali.
Iniziative di educazione pubblica e lotta allo stigma
Occorre avviare una campagna di sensibilizzazione volta a promuovere una corretta informazione sulla salute mentale, affrontando stereotipi e pregiudizi che spesso alimentano l'isolamento e la discriminazione. Attraverso media tradizionali, social media e iniziative locali, è necessario diffondere messaggi che favoriscano l’inclusione e il rispetto delle persone con disturbi mentali.
Rafforzamento della medicina di prossimità e del territorio
Per garantire un'assistenza più vicina ai cittadini, è fondamentale rilanciare la medicina territoriale. Proponiamo di adottare nuovi modelli organizzativi che prevedano l'integrazione continua di professionisti della salute mentale, come psichiatri, psicologi e assistenti sociali, nelle unità sanitarie territoriali. Questo approccio consentirà un intervento precoce e multidisciplinare, facilitando la presa in carico tempestiva e il supporto integrato per i pazienti, con particolare attenzione alle situazioni di maggiore vulnerabilità.
Potenziamento della telemedicina
La telemedicina rappresenta una risorsa strategica per migliorare la continuità assistenziale e il follow-up dei pazienti, specialmente dopo le dimissioni ospedaliere. Sarebbe opportuno introdurre piattaforme digitali che permettano consulti da remoto, monitoraggio costante e contatti frequenti con il personale sanitario. Questo garantirà una gestione più flessibile e accessibile, soprattutto per i pazienti che vivono in aree isolate o che hanno difficoltà a spostarsi.
Aggiornamento e formazione continua del personale sanitario
La qualità dell'assistenza dipende innanzitutto dalla preparazione degli operatori sanitari. Per questo, è essenziale aggiornare costantemente i professionisti con corsi di formazione specifici in ambito psichiatrico, che permettano di migliorare la tempestività e l'appropriatezza della diagnosi.
Il laboratorio di Milano, a cui ha preso parte, tra gli altri, Alberto Siracusano, professore emerito di Psichiatria, Università Tor Vergata, coordinatore del Tavolo tecnico ministeriale sulla salute mentale, e Giuseppe Nicolò, Direttore DSM-DP Asl Roma 5, coordinatore vicario del Tavolo tecnico ministeriale sulla salute mentale, è la terza tappa di un percorso che è iniziato da Roma e Viareggio e proseguirà in altre regioni italiane per poi concludersi nella Capitale, dove verrà presentato un vero e proprio “Mental Act” da mettere a disposizione delle istituzioni.