Scoprire il proprio talento
Conoscere il funzionamento della propria mente per vivere bene con se stessi
Dott. Vito Giannini
(AGR) In una sala gremita di soci e ospiti si è svolta venerdi 26 gennaio la conviviale del Rotary Club Ostia che ha ospitato la conferenza "Conoscere i funzionamenti della mente per imparare a scoprire il proprio talento" tenuta dott. Vito Giannini psicologo clinico, dirigente scolastico nonché socio del Rotary Club Ostia.
E' stata una serata in cui l'argomento trattato e la modalità interattiva con la sala ha fatto appassionare tutti i presenti al tema psicologico affrontato dal dott. Vito Giannini condito tuttavia anche da un aspetto filosofico di approccio alla nostra "nuova" esistenza di cui dovremmo prendercene particolare cura.
La salute mentale oggi, soprattutto dopo il Covid con tutte le sue implicazioni, sta diventando sempre più fragile con conseguenze importanti su tutti noi e tra tutti noi, con noi stessi e nelle relazioni con gli altri. Questo significa, così come ha spiegato il dott. Vito Giannini, che è sempre più urgente che tutti noi impariamo a costruire il nostro benessere psichico proprio partendo dalla costruzione della nostra casa interiore fondamentale per l'equilibrio psicologico di ogni persona.
È importante dunque migliorare costantemente il nostro modo in cui gestiamo le nostre emozioni sia con noi stessi sia con il mondo esterno magari proprio a cominciare dal nostro partner.
Perciò il movimento delle emozioni è come quello di un pendolo: se oscilla in alto, poi oscillerà in basso; e anche quando è fermo ha comunque la capacità di oscillare. Tutti sappiamo infatti che soprattutto negli ultimi anni possiamo avere dei passaggi repentini da uno stato di calma ad uno di euforia o di depressione: per esempio, un arrivo inaspettato di nostra figlia che vive lontano può provocare un entusiasmo dovuto al piacere della visita invece un incidente improvviso può causare rabbia o paura.
Spesso gli incontri sociali sono accompagnati da oscillazioni del pendolo, ma non è detto che le emozioni provate si mostrino agli altri, all'esterno perché tendiamo ad apparire sempre diversi da quello che siamo, a farci riconoscere sempre più in una modalità che non ci appartiene o che magari ci crea ansia da prestazione.
La società della performance, infatti, spinge all’ossessione nel mostrarci sempre donne e uomini di successo magari semplicemente passando per qualche like in più sui social ma è chiaro che non sarà quello il nostro valore.
Fino a quando non capiremo che la quantità di cose che facciamo e che ci determinano come donne, uomini, professionisti o meno, non sono la nostra giusta strada perché mancherà sempre qualcosa se non attiveremo in equilibrio le tre parti del cervello, saremo sempre più fragili, impediremo sempre più a noi stessi di capire cosa vale davvero per noi.
Quanto tempo dedichiamo a capire qual è per noi la qualità della vita? Poco probabilmente o in alcuni casi, come è emerso dal pubblico presente, pochissimo tra l'altro sollecitato da altre persone.
Perciò, è importante essere pronti acuti e disponibili con noi stessi perché questo ci permette di vivere una vita migliore.
È importante rispondere così alle sollecitazioni esterne distaccandoci emotivamente dal problema in modo da comprendere bene il nodo. E' solo attraverso il distacco e la distanza e dunque all'osservazione di un problema da lontano che metto in equilibrio la mia mente e la mia psiche.
Questa è un'attività che possiamo allenare quotidianamente anche attraverso la meditazione o qualsiasi pratica che aiuta a rilassare.
Osservare se stessi ciò che penso e ciò che faccio ci consente di mettere al centro la nostra esistenza anche nei momenti più difficili.