X Municipio, Antonio Di Giovanni, addio alla Commissione Trasparenza e Garanzia, troppo politicizzata
Di Giovanni: decisione maturata nel tempo ed a seguito di ripetuti comportamenti autarchici del Presidente, più volte sollecitato ad una maggior condivisione o scambio di informazioni, ritengo che la Commissione sia stata trasformata in un Comitato elettorale
(AGR) Ultimi screzi politici in X Municipio. Lo scontro in Commissione Controllo e Garanzia, presieduta da Pietro Malara, capogruppo di FdI. Questione del contendere sono i permessi per il Villaggio dello Sport , su cui si è montato un caso politico, forse da entrambe le parti. Una visione opposta, in sostanza, dei fatti che ha portato ad una spaccatura, oggi, dopo che lo stesso Antonio Di Giovanni (capogruppo M5S) aveva chiesto le dimissioni dello stesso presidente Malara per il comportamento giudicato poco rispettoso nei confronti degli altri membri di Commissione. Poi, la decisione che di fatto non consentirà più, almeno per questa legislatura alla Commissione Trasparenza e Garanzia, di riunirsi. Antonio Di Giovanni ha di seguito spiegato le motivazioni del suo gesto : “Mi sono dimesso questa mattina, con una lettera inviata all’ufficio di Presidenza del Consiglio, dalla Commissione Speciale Controllo e Garanzia, non potendo più tollerare l’uso strumentale ed irrispettoso che il Presidente Malara continuava ad attuare. La mia decisione di rassegnare le dimissioni è maturata nel tempo ed a seguito di ripetuti comportamenti autarchici del Presidente, da me più volte sollecitato ad una maggior condivisione o scambio di informazioni con gli stessi membri commissari come anche, ad esempio, le richieste di Commissione a norma di regolamento da parte della maggioranza, continuamente eluse, dopo aver preso esso stesso impegni, finanche durante i Consigli, con la promessa di convocare al più presto.
A nulla sono valsi i tentativi e le richieste di una maggior collaborazione, anzi spesso e mio malgrado, nella maggior parte dei casi, mi sono trovato insieme ai miei colleghi di maggioranza, ad arrivare in Commissione senza mai aver precedentemente preso visione della documentazione relativa l’oggetto della convocazione.