Ostia, le associazioni di volontari senza una sede, l'allarme di Polizia e Vigili del fuoco
Sulle otto associazioni operanti sul litorale romano almeno la metà non ha una sede ufficiale ed è ospitata in aree private o costretta a pagare un “affitto”. Nonostante l’impegno i volontari restano dimenticati appena finita la fase emergenziale.
(AGR) Le associazioni di protezione civile lanciano l’allarme. Sulle otto associazioni operanti sul litorale romano almeno la metà non ha una sede ufficiale ed è ospitata in aree private o costretta a pagare un “affitto”. L’ospitalità è quasi sempre a termine e nonostante la disponibilità dei proprietari spesso vengono destinate ad altre attività e le associazioni sono costrette ad emigrare altrove. Nonostante l’impegno i volontari restano dimenticati appena finita la fase emergenziale. Apprezzati “Volontari” per la città, per garantire la salvaguardia dei cittadini e dare risposte alle necessità. Dalle decine di consegne viveri agli indigenti ad operare a supporto della vigilanza alle stazioni delle metropolitane ai controlli anti assembramento. La parola d’ordine che caratterizza i volontari è: operare ed agire senza chiedere nulla in cambio. Ma l’amore e l’impegno spesso non bastano, quando bisogna trovare adeguati ricoveri per i mezzi di soccorso e per le attrezzature, quando è necessario riunirsi per confrontare le proprie esperienze e presentare le novità tecniche. A pagare in maniera sensibile questa situazione sono le associazioni di volontariato della Polizia di Stato e dei Vigili del fuoco. Giovanni Lauro responsabile operativo dell’Associazione nazionale Polizia di stato ha presentato negli anni decine di richieste, mai soddisfatte dall’amministrazione. Giovanni Lauro ANPS sottolinea: “Abbiamo più volte sollecitato l’amministrazione evidenziando le nostre necessità ma sinora non abbiamo ricevuto risposte, nonostante abbiamo avuto notizia di aree abbandonate e disponibili per il rimessaggio delle attrezzature”
Andrea Pasqualoni Presidente dell' ANVVFC OSTIA (associazione nazionale vigili del fuoco in congedo) è più esplicito: “Siamo 45 volontari, uomini e donne comprese. Ci siamo costituiti nel 2015 e siamo appoggiati presso l’Università del mare che ospita le nostre attrezzature e gli automezzi ma ora l’area dovrà essere ristrutturata ed utilizzata, per cui, si torna a a stare senza una sede. La risposta è che lavoriamo come matti per portare sostegno ai malati ed agli indigenti, ma nessuno si ricorda di noi. Spesso si rischia la vita senza saperlo e non siamo minimamente tutelati. Le attrezzature sono molte e non abbiamo una collocazione finale. Due anni fa la Di Pillo partecipando ad un programma televisivo, aveva annunciato di aver iniziato l’individuazione dele aree possibile ma da qual momento non abbiamo saputo più niente. Oggi svolgiamo un ruolo importante ma non sappiamo dove parcheggiare le attrezzature”.