Ostia, fontana dell'Ufficio postale, il Municipio: basta degrado
Andrea Bozzi (Calenda): per il secondo anno consecutivo ho presentato lo stesso documento in cui chiedevo la sistemazione della fontana abbandonata al degrado. L'anno scorso è stato bocciato dal M5S, quest'anno approvato all'unanimità. La fontana è una delle eccellenze architettoniche di Ostia.
fontana ufficio postale
(AGR) "Un anno dopo ho ripresentato lo stesso documento, bocciato purtroppo dall'allora maggioranza a cinquestelle, per chiedere di ripristinare il decoro e l'acqua nella Fontana delle Poste Centrali di Ostia, ma per fortuna stavolta è stato approvato all'unanimità e per la sensibilità dimostrata ringrazio tutti i colleghi. Non è accettabile che uno dei gioielli della nostra città sia ridotto ad una specie di latrina a cielo aperto, con erbacce, rifiuti e il cartello beffa che dice di non gettare monetine, senz'acqua. È così da anni, come se non bastasse il bivacco di senza casa sulle scalinate all'esterno. Ma se quello è un tema sociale di cui dovrebbe farsi carico il Municipio, la cura della fontana compete alle Poste e per questo la mia mozione impegna il Presidente Falconi e la giunta di far sentire con forza la voce della nostra istituzione che rappresenta tutta la cittadinanza". È quanto dichiara Andrea Bozzi, capogruppo della "Lista civica Calenda" in Municipio X.
"Come sanno molti cultori della nostra storia - aggiunge - e delle nostre eccellenze architettoniche, l'Ufficio fu progettato nel 1933 dall'architetto e ingegner Angiolo Mazzoni su commissione del Ministero delle Comunicazioni ed inaugurato nel 1934 per essere adibito a ufficio postale del litorale romano con il nome di Ricevitoria Postelegrafonica di Ostia Lido. Ve ne è una copia gemella presso l'Ala Mazzoniana alla Stazione Termini ben tutelata che i turisti vanno a visitare. La fontana invece é opera dell’artista, scultore e vetraio Napoleone Martinuzzi e rappresenta due sirene che sorreggono sopra il capo due calici d’acqua, circondata da un parapetto in travertino e rivestita di mattoni in pasta vitrea azzurra di Murano, che per la prima volta furono utilizzati come materiale nell’edilizia. Nel 1995 l’architetto Massimo Fazzino ne curò l’ottimo restauro, recandosi a Venezia presso gli artigiani per cercare di reperire i materiali originali dei rivestimenti. Parliamo dunque di un'attrazione segnalata da tutte le guide turistiche, che purtroppo viene costantemente maltrattata, di un vanto della nostra storia analizzata da studenti di tutto il mondo e per questo è doveroso difenderne la tutela e la valorizzazione".