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Matteo Renzi: il sindaco d'Italia, candidato a Milano nella stessa circoscrizione di Berlusconi

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi è stato ospite questa mattina a RTL 102,500 durante il programma "Non stop news" con Barbara Sala, Enrico Galletti, Luigi Santarelli e Massimo Lo Nigro. Presentato il programma di governo e l'alleanza con Calenda.

printDi :: 17 agosto 2022 18:14
Matteo Renzi: il sindaco d'Italia, candidato a Milano nella stessa circoscrizione di Barlusconi

Matteo Renzi: il sindaco d'Italia, candidato a Milano nella stessa circoscrizione di Barlusconi

(AGR) A Milano Matteo Renzi si candiderà nella stessa circoscrizione di Silvio Berlusconi. “È molto divertente e utile per i cittadini: nella circoscrizione di Milano centro Berlusconi guiderà la lista di Forza Italia, io guiderò la lista di Italia Viva e Azione così che ciascuno possa riflettere su qual è la strada più giusta per il futuro, sulle tasse, sul posizionamento internazionale, sull’energia rinnovabile e non. Quando c’è confronto l’importante è che ci si rispetti, e io intendo fare questo con Berlusconi e con tutti gli altri. Tra l’altro sono sette anni che non vedo Berlusconi, mi fa anche piacere rivederlo. Noi da quando abbiamo rotto il Nazareno non ci siamo più visti, campiamo entrambi bene lo stesso, però è un dato di fatto. L’importante è che gli italiani possano scegliere chi rappresenta meglio per loro l’eredità del governo Draghi ad esempio. Berlusconi fa parte di una coalizione che ha votato contro Draghi, anche il PD e la sinistra, noi siamo gli unici che hanno sempre sostenuto Draghi”.

LE SCELTE DI ENRICO LETTA

 
Provenzano ha detto che la stagione di Renzi nel PD è superata da tempo e che le sue liste elettorali furono un Armageddon contro chi non la pensasse come lui. “Dico che è talmente falso che basta vedere quanti sono rimasti nel PD quando me ne sono andato, la stragrande maggioranza. Non è vero che avevo candidato tutti quelli che la pensavano come me, se fosse stato vero sarebbero venuti con me dopo. Sono cose banali che forse Provenzano non capisce ma tutti gli altri sì. La vera questione è parlare di contenuti. Siamo in un momento in cui l’inflazione cresce. Il PD propone di aumentare le tasse. A me sembra un errore che la prima proposta sia questa. Vedo la candidatura di Crisanti, un virologo molto noto, in alcuni momenti ha avuto anche la fase no vax, cosa che fa un po’ ridere. Crisanti me lo ricordo quando diceva che a Natale dovevamo fare il lockdown per ‘resettare il sistema’. Poi ad aprile 2021 diceva di chiudere per salvare l’estate, in estate diceva di chiudere per salvare il Natale. Io sono per combattere il covid, ma non posso immaginare che viviamo in lockdown per due anni, se prendo un raffreddore si va tutti in quarantena, con Crisanti. Mi divide dal PD la strategia sulle tasse, non i rancori del passato, a me”.

Renzi e Calenda non mettono un virologo. “Noi no. Io avevo provato a candidare un virologo quando non andavano di moda. Nel 2018, siccome c’erano i Grillini che dicevano tutto il male possibile dei vaccini e ancora non c’era il covid, andai a Milano a cercare di convincere un semi sconosciuto virologo che si chiamava Burioni. Gli chiesi di candidarsi e lui disse che uno scienziato doveva stare in ospedale e non in Parlamento e devo dire che è stato più utile nella veste di tecnico che non di politico. Ognuno candidi chi vuole, l’importante è candidare gente che dia una mano al Paese. Questo è il vero voto utile, mandare gente competente”.

ALLEANZA RENZI-CALENDA

Questa alleanza giova più a Renzi o a Calenda? “Spero giovi al Paese. Quello che è successo dal nostro ultimo incontro su RTL 102.5 è stato che si è rotto il rapporto tra il PD e Azione e noi siamo felicissimi di condividere con Azione una scommessa. Siamo sempre stati per Draghi, altri no. Il PD candida Fratoianni che ha votato cinquantacinque volte la sfiducia a Draghi, come fa il PD a dire che sostiene Draghi se candida quelli contro di lui? Idem dicasi per la destra. La destra ha sostenuto e sostiene Giorgia Meloni contro Draghi, Salvini e Berlusconi all’ultimo voto di fiducia si sono sfilati. Invece Calenda e Azione su questo sono sempre stati molto seri e credibili. Credo che ci sia tanta gente che non ne può più di una destra estremista e di una sinistra ideologica. C’è tanta gente che chiede buon senso, non di fare i buoni, ma una moderazione nel tono per andare sulla radicalità nei contenuti, ad esempio sulle tasse, sull’innovazione, sul jobs act. Queste persone ci sono e secondo me faranno un bel risultato, me lo auguro”.

Perché come volto della coalizione Renzi ha scelto di mandare avanti Calenda? “Mi dicono tutti che voglio mettere il mio ego davanti a tutti. Ho dimostrato semplicemente che se credi in un progetto non importa cercare di fare gol, l’importante è che la squadra vinca. Credo che in questo progetto si possa ottenere un risultato serio. Tutti i sondaggi dicono che la destra è nettamente avanti. A me della Meloni non preoccupa l’origine, preoccupa quando attacca la globalizzazione, quando è sovranista, quando si collega al mondo di estrema destra in Europa. Non sono più in prima fila perché credo si possa dare una mano senza mettere il proprio ego al centro, e se lo dico io, credetemi. In politica in tanti momenti ho giocato le mie carte, se oggi gioco un passo indietro credo che significhi essere utile, oltre che umile”.

Da diversi giorni gira il video in cui Calenda è dalla Merlino e dice che il modo di far politica di Renzi gli fa orrore e che non avrebbe mai fatto politica con lui. Ora le cose sembrerebbero essere diverse. “Vorrei distinguere tra le incoerenze legate agli alleati e alla scelte personali. Io ho cambiato idea, milioni di persone mi hanno rivotato e sono tornato in politica. Giusto o no? Non l’ho deciso da solo. Una cosa è cambiare idea sulle proprie valutazioni sul futuro, altra cosa è cambiare idea sui contenuti. Non troverà mai un video in cui cambio idea sui contenuti che propongo agli italiani. Non sono come Di Maio che prima dice i bambini di Bibbiano vengono tolti con l’elettroshock dal PD e poi va a elemosinare un seggio dal PD. Come Conte che dice non governerò mai con un’altra maggioranza e poi fa sia Salvini che Zingaretti. Le incoerenze dei politici sono di due tipi, le prime riguardano la vita personale di ciascuno di noi. Avevo detto che avrei dovuto smettere e poi mi son fatto convincere a restare in campo. Altro è chi pur di mantenere una seggiola cambia le proprie posizioni, perché io per quel referendum la seggiola l’ho lasciata comunque. E non era obbligatorio, avevo la fiducia del parlamento e ho lasciato la poltrona. Non ho mai cambiato idea sulla necessità che serva una riforma costituzionale. Il tempo è galantuomo, perché se oggi si discute su riforme costituzionali è proprio perché quel referendum forse finalmente è chiaro. Ha stroncato la mia carriera, ma quel referendum serviva all’Italia e se fosse passato sarebbe stato tutto un altro film per il nostro Paese”.

Calenda propone un confronto in tv tra lui, Conte, Meloni e Letta. “Sono dell’idea di farlo in tv, in radio e ovunque. Però visto che voi di RTL 102.5 avete lanciato quella corrispondenza con Berlusconi, organizziamo un bel confronto radiofonico su RTL 102.5 tra Berlusconi e il sottoscritto. Se accetta sarà un piacere farlo con civiltà e rispetto, partendo dalla radio e non dalla tv”.

GIORGIA MELONI E IL PRESIDENZIALISMO

“Io non attacco mai gli avversari per motivi ideologici. Per me Giorgia Meloni non sta attentando alla libertà degli italiani quando dice di volere il presidenzialismo. Il presidenzialismo c’è in mezzo mondo. Come si fa a dire che se i cittadini votano questo diventa una minaccia per la democrazia? Chi lo dice ha mangiato male. La verità è che sul tema specifico bisogna parlare bene. Abbiamo una costituzione che dà al capo dello stato la funzione di arbitro, se lui non cambia funzioni, forse vale la pena eleggere direttamente il presidente del consiglio, non il presidente della repubblica che può essere eletto da arbitro in altro modo. Quello che mi colpisce è che il PD attacca la Meloni per il presidenzialismo, ma ciò che mi preoccupa di Salvini e Meloni sono le loro ricette economiche. Perché se tu fai una serie di promesse in campagna elettorale, non si fa così. A forza di farlo si scassano i conti pubblici. Non è giusto fare così, bisogna essere seri e rigorosi nelle promesse. Io dico che la Meloni e Salvini sono un pericolo per gli italiani quando immaginano di far pagare alle prossime generazioni il conto delle loro folli promesse elettorali. Mi preoccupa il nostro portafoglio, non la tenuta democratica che non è in discussione”.

Quindi sul presidenzialismo è d’accordo? “Preferirei elezione diretta del premier, perché secondo me è giusto che i cittadini scelgano. Sogno un meccanismo semplice come quello del sindaco d’Italia. Tutti coloro che ascoltano sanno che quando si vota per il sindaco è facile, poi magari si perde. Questo meccanismo è democrazia, funziona. Io sono per il sindaco d’Italia. Il capo dello Stato dipende da che funzione gli dai. Se fai come in America è giusto che lo eleggano i cittadini, se il capo dello Stato ha la funzione di arbitro istituzionale, di quello che nomina qualcuno alla Corte costituzionale, che presiede il CSM, se fa questa funzione lì è più giusto che sia una sorta di arbitro, non di capo del governo”.

Calenda la pensa come lei sul presidenzialismo? “Penso che nel programma, che verrà fuori domani, ci sia scritto sindaco d’Italia. Domandatelo domani, così non faccio spoiler. Il tema è l’inflazione, la gente non arriva alla fine del mese. Chiedete agli altri cosa hanno fatto, io nel mio piccolo qualcosa l’ho fatto. Letta l’unica cosa che ha fatto quando era premier era aumentare l'Iva".

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