L'uso delle parole non è di destra nè di sinistra....intanto, si torna dopo dieci anni ad un Governo politico
Presidente o presidentessa, assessore o assessora, sindaco o sindaca? In sostanza, non e' questione di “appartenenza di genere “, di femminismo o tradizionalismo ; le donne intelligenti, pragmatiche, capaci e competenti hanno la sicurezza interiore e la fiducia in se' che le fa vincenti
La presidente Meloni nel corso del suo discorso programmatico foto Presidenza del Consiglio
(AGR) di Ruggero Cametti
“Le parole danno forma al pensiero”( Jerome Bruner) ed infatti chi parla male, pensa male e forse vive pure male. Sappiamo anche che i nomi sono conseguenza delle cose (perché sono le cose a creare il nome)“ Nomina sunt conseguentia rerum” (Dante Alighieri nella Vita Nuova). E allora si dice presidente, la presidente o ahime' la presidentessa?
“Secondo Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della crusca le due scelte sono entrambe accettabili: «I titoli al femminile sono legittimi sempre, e quindi è giusto dire la presidente (eviterei la presidentessa)», ma al tempo stesso «chi invece preferisce le forme tradizionali maschili ha comunque diritto di farlo, secondo l'opzione che fu a suo tempo di Giorgio Napolitano (che preferiva chiamare Laura Boldrini il presidente della Camera).” (Messaggero 23 ottobre 2022)
Come vedete e' una questione linguistica che si incrocia ad altri piani,quello sociale, quello culturale e politico.Non possiamo dire che la destra sceglie il termine tradizionale Presidente e la sinistra quello di Presidentessa o la Presidente. Gli esempi sopracitati chiariscono il punto.
A mio modesto parere non e' questione di “appartenenza di genere “, di femminismo o tradizionalismo ; le donne intelligenti, pragmatiche, capaci e competenti hanno la sicurezza interiore e la fiducia in se' che le fa vincenti a prescindere dalle quote rose , non dipendono dagli altri emotivamente.
Meloni ha detto di se' nel discorso alla Camera del 25 ottobre 2022 “provengo da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti.” E' la prima donna Presidente del Consiglio nella nostra Nazione ed e' di destra. La sinistra dovrebbe interpellarsi su cio' e fare una revisione a 360 gradi delle scelte fino ad oggi compiute e i sacri principi fondanti l'essere di sinistra.
Con il nuovo Presidente si torna ad un governo politico ; dopo più di dieci anni abbiamo un esecutivo legittimato direttamente dalle urne e non da alleanze frutto di giochi parlamentari. Si torna a fare politica e l'intervento di Matteo Renzi del 26 0ttobre al Senato ne e' la dimostrazione.
Lo stesso Renzi si e' rivelato il vero martellatore del PD, con gaudio generale. Berlusconi, durante il discorso sulla fiducia, ha pronunciato il suo “heri dicebamus” ma e' stato applaudito da tutti solo per la nascita dell'ennesimo nipotino. Riprendiamo il nostro discorso iniziale. Meloni nei suoi interventi pronuncia piu' volte il termine Nazione . Questo termine e' presente nella nostra Costituzione ( art.9, 2°co, art. 16 ,art. 67, art. 87. art. 98, I co ). Meloni pronuncia anche il termine Patria che compare nella nostra Costituzione negli articoli . 52, I co. e 59, 2° co.
La sinistra nelle sue varie sfaccettature ha criticato sia l'uso di Nazione che di Patria, intravedendo in queste parole le solite , trite, abituali ossessioni di un ritorno al fascismo. I sinistri preferiscono i termini di Paese al posto di Nazione e di Comunita' invece di Popolo.(altro termine che compare nella costituzione vigente.) Cari sinistri rassegnatevi …..la Carta costituzionale potrete modificarla inserendo i termini a voi cari quando vincerete le prossime elezioni. Queste le avete perse.