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In memoria di Francesca….la pace ora e sempre

Si chiamano “effetti collaterali” della guerra: civili che subiscono assurdamente in prima persona le conseguenze devastanti di bombardamenti o raid missilistici . Persone uccise, ferite, mentre sono costrette a fuggire per cercare scampo altrove. Ecco perche' dobbiamo cercare la pace ad oltranza

printDi :: 23 febbraio 2023 17:08
cimitero di guerra foto pixabay

cimitero di guerra foto pixabay

(AGR) Di Ruggero Cametti

Francesca (nome di fantasia) , realmente vissuta, era una bambina, di circa 8 anni , ed era mia cugina . Nella primavera del 1944, Francesca insieme alla mamma ( mia zia) e la sorella, fuggiva a piedi dai Castelli Romani lungo la strada che da Grottaferrata portava a Roma per raggiungere i parenti che vivevano a viale del Re (oggi viale Trastevere).

 
Il paese di origine non era piu' sicuro , gli americani sbarcati ad Anzio nel gennaio del 1944, stavano occupato i Colli Albani, per impedire la ritirata delle divisioni tedesche. Distruggere il nemico in quella zona avrebbe consentito loro di conquistare Roma e “liberarci” dai nazifascisti.Lungo la strada , tante persone , soprattutto donne e bambine, (gli uomini erano in guerra) , camminavano affannosamente, quando una incursione di caccia americani mitraglio' la colonna di profughi civili che scappavano, uccidendo Francesca e ferendo gravemente la sorella insieme a mia zia.

Morirono altre persone. No... non si trattava , per il pilota d'aereo , di un bersaglio militare ma di semplici civili che scappavano per lo sfollamento dai paesi.

Quella bambina non e' stata “liberata”dagli “alleati”, e' stata vigliaccamente uccisa ,non ha frequentato le amiche e non e' andata a scuola , non ha avuto una vita e una famiglia e sostanzialmente non ha una memoria se non ci fossi ora io a parlarvene.

Si chiamano “effetti collaterali” della guerra: civili che subiscono assurdamente in prima persona le conseguenze devastanti di bombardamenti o raid missilistici . Persone uccise, ferite, mentre sono costrette a fuggire per cercare scampo altrove. Oppure definiti “un tragico errore” su cui si farà luce. (Basta una pensione di guerra..... e si fa giustizia! ) . Comunque morti senza un vero responsabile salvo addossare la responsabilità dell’accaduto al nemico.

Sono scene che vediamo costantemente in Ucraina ma anche in Russia. Accompagnano ogni guerra: la guerra in Serbia, in Siria,in Afghanistan, prima e seconda guerra mondiale e in tutte le guerre del mondo.

Ecco perche' dobbiamo cercare la pace ad oltranza . La mia paura e' che in questo momento mancano uomini di pace e abbondano come ha detto Vincenzo De Luca ( nel suo meraviglioso dialetto partenopeo ), riferendoli a Sanremo , “gli sfessati, gli sciamannati, gli sfrantummati “ (questi stanno ovunque anche dentro le diplomazie) cioe' gli “imbecilli” che ,a livello europeo e internazionale, “ideologicamente” instabili o interessati alla vendita di armi, scrivono l 'agenda della storia alla faccia nostra.

Vi lascio a Trilussa e alla sua “Ninna Nanna sulla guerra” scritta nel 1914.

La canzone veniva cantata in trincea nel corso del primo conflitto. Se qualcuno che legge , ha avuto modo di vedere i cimiteri di guerra sulla cima del Monte Grappa, sul Monte Baldo, a Nervesa della Battaglia , a Redipuglia, e altri luoghi limitrofi , si chiedera' il perche' di quelle morti di ragazzi giovanissimi.

Se qualcuno trova una reale motivazione alla loro morte ,lo dica.

Io preferisco il silenzio e Trilussa.

“Ninna nanna, nanna ninna, /er pupetto vò la zinna,/ dormi dormi, cocco bello,/ se no chiamo Farfarello,/ Farfarello e Gujermone/ che se mette a pecorone/ Gujermone e Cecco Peppe/ che s'aregge co' le zeppe/: co' le zeppe de un impero /mezzo giallo e mezzo nero;/ ninna nanna, pija sonno, /che se dormi nun vedrai/ tante infamie e tanti guai/ che succedeno ner monno,/ fra le spade e li fucili /de li popoli civili./ Ninna nanna, tu nun senti /li sospiri e li lamenti /de la gente che se scanna /per un matto che comanna,/ che se scanna e che s'ammazza /a vantaggio de la razza,/ o a vantaggio de una fede,/ per un Dio che nun se vede,/ ma che serve da riparo /ar sovrano macellaro; /che quer covo d'assassini /che c'insanguina la tera /sa benone che la guera /è un gran giro de quatrini /che prepara le risorse /pe li ladri de le borse. /Fa la ninna, cocco bello, /finché dura 'sto macello,/ fa la ninna, che domani /rivedremo li sovrani /che se scambieno la stima, /boni amichi come prima; /so' cuggini, e fra parenti/ nun se fanno complimenti!/ Torneranno più cordiali /li rapporti personali /e, riuniti infra de loro,/ senza l'ombra de un rimorso, /ce faranno un ber discorso/ su la pace e sur lavoro/ pe' quer popolo cojone /risparmiato dar cannone.

NdR: Ruggero Cametti è un politico di lungo corso, nato nella Democrazia Cristiana ha avuto incarichi importanti nella DC Capitolina e sul litorale è stato più volte consigliere municipale. Ritiratosi dalla politica attiva da alcuni anni cura la campagna elettorale di giovani politici della capitale e ha continuato ad occuparsi di politica affiancando con preziosi consigli gli esponenti politici locali. Profondo conoscitore delle problematiche del X Municipio dove ha lavorato e si è impegnato per anni è un punto di riferimento per il centrodestra anche se resta un importante e competente conoscitore della politica, sopratutto locale. Collabora con AGR esponendo il suo punto di vista sui tanti temi della politica. Buona lettura (e.b.)

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