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Fiumicino, il 26 aprile i ristoratori minacciano di restare chiusi

I ristoratori di Fiumicino rilanciano: 60% attuale capienza dentro e 40% fuori dei locali. E' il minimo per avere un rientro. Così come prorogare l'apertura di un'ora per consentire alla nostra clientela, soprattutto romana, di rientrare. Sostegno dalla Lega

printDi :: 22 aprile 2021 12:27
Fiumicino, il 26 aprile i ristoratori minacciano di restare chiusi

(AGR) Con l’avvicinarsi della data “fatidica” del 26 aprile cresce l’agitazione all’interno della categoria dei ristoratori. L’associazione Lungomare della Salute di Fiumicino che racchiude la maggior parte delle attività di ristorazione della zona ha inviato, in proposito, la seguente nota: “Riaperture? Stiamo valutando. Lunedì potremmo rimanere chiusi. C’è voglia di tornare a fare quello che più ci piace, ma le norme inserite nel decreto Draghi sono troppo penalizzanti. È una situazione davvero difficile per noi. Soluzioni? L’abbiamo detto dieci giorni fa, va trovata nel mezzo: il 60 per cento dell’attuale capienza, già decurtata, all’interno e il 40 per cento fuori.

Una giusta ipotesi che salvaguarderebbe tutti anche in caso di maltempo o piogge. E in seconda battuta coprifuoco allungato per chi ha consumato e mostra lo scontrino. Per un Comune come Fiumicino che vive essenzialmente con una clientela romana è il minimo. Se le cose non cambiano nelle prossime ore? I risultati sarebbero certi: zero o pochissimi clienti e ulteriori costi da dover gestire. Se non siamo falliti ancora questo potrebbe essere il modo giusto. Noi vogliamo riaprire, vogliamo lavorare, tornare a fare quello che più ci piace rispettando le regole anti contagio. Ma così è troppo. Tagliare ulteriori posti all’interno e ‘spostarli’ fuori allungando di poco il coprifuoco per chi consuma sarebbe l’ennesimo sacrificio ma almeno ci permetterebbe di poter sopravvivere.Se le cose non cambiano con molta probabilità, a malincuore, potremmo essere costretti a non riaprire. Troppo alto il rischio, troppo alta la possibilità di fallire e lasciare senza stipendio tutti i nostri dipendenti e fornitori….”

 
Sulla questione delle riaperture c’è anche una severa presa di posizione a sostegno dei ristoratori di

Federica Poggio, responsabile per il Commercio della ‘Lega Salvini Premier-Lazio’ Provincia di Roma, zona nord. Consigliere comunale di Fiumicino: “ Il decreto Draghi, alla luce degli attuali dati, è incomprensibile. O ci nascondono qualcosa o ripeto è inspiegabile. - scrive la Poggio - Abbiamo un indice di contagiosità che fortunatamente in gran parte delle Regioni è sotto controllo. I livelli delle terapie intensive sono gestibili. Abbiamo 16 milioni di vaccinati più tutte quelle persone che avendo contratto il Covid sono immuni.

A fronte di tutto questo ristoranti e attività di somministrazione possono aprire ma solo all’aperto, mentre palestre e piscine dovranno attendere ancora settimane. È assurdo. Non c’è linearità. Qui nessuno chiede di tornare al pre-Covid ma così si massacra l’economia italiana. Altro che rischio calcolato. Qui in pochi riapriranno e chi lo farà oltre ad avere il rischio d’impresa avrà anche il ‘rischio meteo’ e del coprifuoco.

Dovrà svegliarsi e capire se potrà lavorare, pregare affinché ci sia il sole altrimenti si troverà costretto a gettare al vento migliaia di euro di spesa pagando inutilmente il personale. Non si avrà alcuna certezza del lavoro che potrà svolgere. Si dovrà chiedere ai clienti di cenare alle 19 per evitare di incorrere in sanzioni. Ma quali riaperture. Questo è solo un modo per passare la patata bollente a una categoria già distrutta e mai aiutata”.

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