14 aprile, Giornata Mondiale dei Delfini, 2500 avvistamenti di cetacei con il progetto Life Conceptu Maris
Sono diverse le specie di cetacei e di delfini presenti nei nostri mari. I numeri degli avvistamenti lasciano ben sperare per quanto riguarda le balenottere comuni, i tursiopi e le stenelle. Mentre per le altre specie, più elusive, occorre acquisire nuovi e più dettagliati dati
delfino nuota ph credit Triton Research
(AGR) Sono numeri rilevanti ed incoraggianti quelli raccolti nella prima stagione di rilevamento del progetto LIFE Conceptu Maris. I dati, presentati in occasione della Giornata mondiale dei delfini, indicano per la precisione 2453 avvistamenti di cetacei in tutto il Mediterraneo.
"Si tratta di dati – come spiegano i ricercatori del progetto LIFE Conceptu Maris che stanno realizzando questo interessante progetto di conservazione sui cetacei del nostro mare - che indicano come il Mediterraneo sia un hot spot per osservare e monitorare la presenza di questi animali marini così affascinanti”.
Tra le curiosità anche l'avvistamento di una balenottera minore: “In effetti sappiamo che gli impatti delle attività umane su cetacei e tartarughe marine esistono anche in mare aperto - dichiara Antonella Arcangeli, Ispra, direttrice scientifica del progetto LIFE Conceptu Maris, dedicato a questi animali - . Nonostante molto già si sappia, soprattutto per le specie più diffuse, come la balenottera comune e la stenella striata, ancora molto va compreso soprattutto per le altre specie. Per questo, un progetto come LIFE Conceptu Maris, dedicato alla raccolta di informazioni più dettagliate, anche sulle specie meno comuni, è così importante”.
Sono diverse le specie di cetacei e di delfini presenti nei nostri mari. I numeri degli avvistamenti lasciano ben sperare per quanto riguarda le balenottere comuni, i tursiopi e le stenelle. Mentre per le altre specie, più elusive, occorre acquisire nuovi dati: “Lo zifio, un delfinide che è un vero campione di apnea tra i cetacei, capace di sfiorare i 3000 metri di profondità, è ritenuta una specie piuttosto rara in Mediterraneo. Nel Mar Ligure però sappiamo che lo zifio è presente in maniera stabile” conclude Paola Tepsich della Fondazione Cima, partner di LIFE Conceptu Maris.
Il progetto LIFE CONCEPTU MARIS
Gli effetti negativi causati dalle attività dell’uomo (attrezzi da pesca abbandonati, traffico, plastiche galleggianti) a cetacei e tartarughe marine sono sempre più evidenti e richiedono nuove strategie di conservazione. Integrando tecniche classiche a tecnologie all’avanguardia, il progetto LIFE Conceptu Maris (CONservation of CEtaceans and Pelagic sea TUrtles in Med: Managing Actions for their Recovery In Sustainability) - LIFE20 NAT/IT/001371 - permetterà nel periodo 2022-2025 di raccogliere nuovi dati, soprattutto in mare aperto, sulla distribuzione di queste specie carismatiche e sulle loro preferenze ecologiche. Valutando l’impatto dei fattori di rischio, si possono così identificare i siti più importanti nel Mediterraneo per la loro conservazione a lungo termine. Il progetto è condotto inizialmente in un’ampia area del Tirreno meridionale. Le procedure sono poi replicate anche in Adriatico e Ionio orientale, nel Santuario Pelagos e nel corridoio spagnolo di migrazione dei cetacei, a Nord delle isole Baleari.
Al progetto LIFE Conceptu Maris partecipa un team internazionale composto da ISPRA – Istituto Superiore per la Scienza e la Ricerca Ambientale, Area Marina Protetta Capo Carbonara, Eco Océan Institut, Fondazione Cima, Fondazione CMCC, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Triton Research, Università Bicocca di Milano, Università di Palermo, Università di Torino, Università di Valencia.
Le azioni
Utilizzando i traghetti come vere e proprie navi da ricerca, il progetto punta a incrementare le conoscenze sull’ambiente marino, accoppiando ricerca tradizionale e nuove tecnologie. Le attività più significative sono le seguenti:
• Monitoraggio dai traghetti di fauna, rifiuti marini e traffico marittimo
• Rilevamento di microscopiche tracce di DNA disperse in acqua dagli animali (environmental DNA)
• Analisi degli isotopi di carbonio e azoto, per chiarire la struttura della catena alimentare sott’acqua
• Impiego di sensori a scafo, installati sui traghetti, per la raccolta dei dati ambientali
• Campagne di Citizen Science per il coinvolgimento dei cittadini nei monitoraggi
• Corsi di formazione per il personale di bordo, per ridurre il rischio di collisione con i grandi cetacei
• Stima delle aree a maggior concentrazione di rifiuti galleggianti e valutazione del rischio di intrappolamento
foto e filmati da comunicato stampa