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Nel Nome del Padre Storia di un figlio di...

print16 febbraio 2014 18:11
Nel Nome del Padre Storia di un figlio di...
(AGR) Non è affatto tutto “rose e fiori” essere figli d’arte, a maggior ragione se per tutta la tua infanzia sei stato sotto i riflettori e hai un papà che è un’icona della musica. Questo il concetto del divertentissimo spettacolo in scena da ieri e fino a domani al Teatro Nino Manfredi di Ostia, “In nome del padre”, scritto e diretto da Marco Morandi e Tony Fornari. Protagonista assoluto, il pirotecnico Marco Morandi, accompagnato dai musicisti Fulvio Liberati alle tastiere, Menotti Minervini al basso e Daniele Formica alla batteria, in due ore di spettacolo in cui Marco, tre figli e quarant’anni appena compiuti, ripercorre la sua vita e la sua infanzia raccontando aneddoti familiari e cantando i successi di Rino Gaetano, Giorgio Gaber, Lucio Dalla e di tanti altri mostri sacri della musica italiana che sono stati amici della famiglia Morandi. Il tutto con la supervisione dall’alto di papà Gianni, che ogni tanto tuona e consiglia, redarguisce e controlla e che viene preso puntualmente in giro dal dissacratorio Marcolino. “La domanda ricorrente che mi viene fatta dalla maggioranza delle persone che incontro è com’è essere il figlio di Morandi?”, spiega con ironia l’énfant terrible. “ E magari aggiungono pure: certo è bravo, però…come cantava il padre “Scende la pioggia”….Ma che al figlio del fruttivendolo qualcuno gli dice mai “Ah beh…come puliva la cicoria il padre però...” Il viaggio cabarettistico-musicale di Marco Morandi è un crescendo di battute e grandi capacità canore, con l’exploit del medley cronometrato in cinque minuti esatti del repertorio paterno, ma cantato con un’ironia straordinaria e dell’esilarante parodia del celebre tormentone “Me lo prendi papà?”, dove scorre un video con un Gianni Morandi assai invecchiato che importuna il figlio con noiose richieste fino al…colpo di scena finale. Marco Morandi è quel che si dice un vero animale da palcoscenico, che non perde le staffe e l’allegria neppure quando, sul più bello, subentrano problemi tecnici, è un mattatore che sa intrattenere il pubblico con abilità, modestia e intelligenza, assai lontano dallo stile canoro del padre, ma con testi e voce che sanno essere teneri e arrabbiati, romantici e anche rock. A Morandi junior non interessa essere "commerciale", lui vuole solo fare e cantare buona musica. E ci riesce. Nello spettacolo Marco canta anche alcuni brani del suo ultimo cd, “Non basta essere te”, totalmente autoprodotto e registrato nel suo studio alle porte di Roma, scritto e suonato con vari musicisti ed in particolare col suo amico Andrea Leuzzi, cantante degli Otto Ohm. Divertente e assai orecchiabile il brano “Devi essere super”, con le surreali immagini delle gag che scorrono sul palcoscenico. E anche questa volta il Teatro Manfredi non delude! ( Manuela Minelli)

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