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LA BELLA ADDROMENTATA NEL BOSCO - DAL 23 MAGGIO AL 1 GIUGNO AL TEATRO DELL’OPERA

print22 maggio 2014 14:41
(AGR) Al Teatro dell’Opera di Roma va in scena da venerdì 23 maggio La bella addormentata nel bosco, balletto in un prologo e tre atti su musica di Čajkovskij. La direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera è affidata a David Garforth, mentre la coreografia è di Paul Chalmer. Nell’allestimento del Costanzi le atmosfere che si richiamano alla famosa fiaba di Charles Perrault sono evocate dalle scene e i costumi di Aldo Buti.Con il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera danzano artisti di fama internazionali. Nel ruolo della Principessa Aurora si alternano Adyaris Almeida, Elena Evseeva, Gaia Straccamore, Jurgita Dronina, Alessia Gay; in quello del Principe Florimondo Vladimir Shishov, Alessandro Macario, Giuseppe Schiavone e Claudio Cocino.. Alessia Barberini, Anjella Kouznetsova e Manuel Paruccini interpretano la Fata Carabosse, mentre Alessia Gay, Sara Loro, Giovanna Pisani e Erika Gaudenzi si alternano nel ruolo della Principessa Florina. Claudio Cocino, Alessio Rezza e Giacomo Luci vestono i panni dell’Uccello Blu. Dopo la prima di venerdì 23 maggio (h20) il balletto sarà replicato sabato 24 (h18), domenica 25 (h16,30), martedì 27 (h20), mercoledì 28 (h20), giovedì 29 (h20), venerdì 30 (h20), sabato 31 (h18), domenica 1 giugno (h16,30). A più di cent’anni dalla prima rappresentazione del 1890, questo balletto non smette di affascinare adulti e bambini. Un prologo e tre atti fatti di tensioni e antitesi tra Male e Bene, terreno e surreale, odio e amore. “Nella tensione degli estremi, tra riti e pratiche magiche - spiega il coreografo Paul Chalmer - si profila la possibilità di dimostrare il vero valore dell’unica forza onnipotente e riparatrice, l’amore”. Alla corte del Re Florestano XXIV si festeggia la nascita della principessa Aurora, che viene presentata ai cortigiani. Giungono le sei fate a portare, con i loro cavalieri, doni e benedizioni. La serenità della festa è turbata dall’apparizione della perfida fata Carabosse, molto arrabbiata per non essere stata invitata alla cerimonia e che lancia una terribile maledizione: Aurora a sedici anni morirà dopo essersi punta un dito. La fata dei Lillà, simbolo del Bene, modifica il maleficio: Aurora non morirà, dormirà profondamente e la sveglierà un bacio d’amore. Davanti ai cancelli della reggia, tre donne sono intente a lavorare ai ferri, contraddicendo al decreto reale che aveva proibito l’uso di ogni oggetto pungente. Le donne vengono graziate dal re e dalla regina, in occasione del sedicesimo compleanno di Aurora. Si iniziano le feste, la principessa danza l’adagio della rosa con i quattro pretendenti ma la perfida Carabosse, in abito da vecchio offre ad Aurora dei fiori che celano un ago. La maledizione si avvera. Aurora cade addormentata, ma si addormenta anche tutta la corte, mentre la fata dei Lillà con un incantesimo avvolge la reggia in un’intricata foresta. Cento anni dopo in una radura, il principe Florimondo gioca con i compagni, ma appena resta da solo incontra la fata dei Lillà che suscitando la visione di Aurora, ne racconta la storia. Florimondo, guidato dalla fata, si avvia al castello. Vince le resistenze di Carabosse e, giunto al letto di Aurora, la bacia risvegliandola. Tutti tornano alla vita e la giovane coppia è benedetta dai genitori di Aurora. Nel finale, si festeggiano le nozze di Aurora e Florimondo. (Manuela Minelli)

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