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A LETTO DOPO CAROSELLO

print20 maggio 2014 18:41
A LETTO DOPO CAROSELLO
(AGR) Erano gli anni di Raffaella Carrà che duettava con Topo Gigio, le domeniche dell’austerity erano solo in bicicletta, dalla Malesia arrivava Sandokan, l’Italia ancora perdeva i Mondiali, si passavano le serate con Sandra e Raimondo, pane burro e zucchero a merenda, l’Almanacco del giorno dopo, gli amichetti del cortile. E si andava sempre a letto dopo Carosello. I favolosi Anni Settanta, il decennio più rivoluzionario, entusiasmante ed emozionante della nostra storia, in un esilarante viaggio interattivo accompagnato dalle musiche, le atmosfere e i colori dell’epoca, l’attrice Michela Andreozzi, per la regia di Paola Tiziana Cruciani, dà il suo personale omaggio alle icone di quegli anni, da Franca Valeri a Gabriella Ferri, passando dal bianco e nero al colore, dalla comicità leggendaria del sabato sera al sinistro fascino degli sceneggiati, dai motivetti delle pubblicità alle sigle dei telefilm, dalle rubriche ai varietà che hanno reso indimenticabile la nostra televisione. Sullo sfondo la vita reale di quegli anni intensi, così vicini e diversi, e le tragicomiche vicende di una bambina qualsiasi e della sua famiglia, la scuola, gli amici, le vacanze. Un’epoca che fa bene al cuore ricordare, soprattutto in un momento storico in cui c'è bisogno di tenere a mente che siamo stati leggeri, coraggiosi e pieni di fiducia. E forse potremmo esserlo ancora. Michela Andreozzi, che si divide tra cinema, tv e teatro dove spesso è protagonista di spettacoli dei quali è anche autrice, possiede una verve ed una presenza scenica grazie alle quali sta scalando i vertici dello spettacolo italiano. La scenografia è minimal, uno sgabello e il profilo di una TV d’epoca, Michela Andreozzi, classe 1967, con una t-shirt optical, racconta la sua infanzia: le ciabatte intelligenti della madre, lanciate all’occorrenza come punizione a qualche disobbedienza, la zia divorziata e per questo destinata all’inferno, la penna rossa della maestra che, scorrendo sul registro di classe per decretare il malcapitato da interrogare, finiva sempre su Andreozzi, ultimo banco, chiacchierona e sempre con la testa nella televisione. I jingle dei Caroselli, gli sceneggiati all’insegna dell’avventura, il mondo di paillettes del varietà del sabato sera, Tarzan e Orzowei, Sandra, Raimondo e Delia Scala, Raffaella Carrà e Bice Valori. Con pochi e piccoli accessori e un uso impeccabile della voce, la Andreozzi veste i panni dei più diversi personaggi che hanno accompagnato la sua crescita, in un viaggio su e giù per l’Italia con i suoi dialetti: la madre napoletana, la maestra calabrese, il ragazzino di Forte dei Marmi, la proprietaria dell’alimentari sotto casa a Roma. Divertenti racconti scanditi da momenti musicali che mettono in gioco le abilità canore della protagonista che da Marcella Bella al “Testa-Spalla” di Don Lurio, arriva ad omaggiare Mina, Gabriella Ferri fino a riproporre uno sketch di quella che – dice – è la cosa più bella che Milano abbia regalato all’Italia, Franca Valeri. Uno spettacolo divertente per ricordare, per chi quegli anni li ha vissuti, e un invito per coloro che di quel decennio ne hanno solo sentito parlare. di Manuela Minelli

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