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Nasce il pinolo di Fregene

print06 maggio 2013 08:25
(AGR) Olio, miele, vino, carne, latte, pesce, telline, vongole, ortofrutta. Da oggi c’è un altro marchio che caratterizzerà Fiumicino in Italia: il “Pinolo di Fregene”. L’idea è valorizzare uno dei tanti prodotti doc del territorio, riscoprendo quello che è stato un “must” negli anni 60-70, rinomato in tutte le pasticcerie d’Italia. Il progetto è semplice. Da una parte l’amministrazione comunale: fornirà il pinolo, che arriva dalla pineta secolare di Fregene, sgusciato. Dall’altra i ragazzi dell’istituto alberghiero Paolo Baffi che lo ri-trasformeranno in un prodotto di punta, realizzando ricette ad hoc.

Il progetto è nato diverso tempo fa dopo un furto. “I Carabinieri della stazione di Fregene – spiega l’assessore alla cultura, Giovanna Onorati – colsero sul fatto alcune persone con un quantitativo sproporzionato di pigne, diversi quintali, li denunciarono e sequestrarono il materiale che dopo l’iter di rito ci fu riconsegnato, essendo il Comune di Fiumicino il legittimo proprietario. Da lì l’idea. Grazie alla Pinus Pinea, che in maniera totalmente gratuita ha lavorato il prodotto, abbiamo ottenuto circa quattro chili di pinoli sgusciati. Il passo successivo è stata l’intesa con il Paolo Baffi: noi doniamo il prodotto, i ragazzi in cambio inventano ricette per valorizzare uno dei tanti prodotti del territorio”.

Con la Pinus Pinea è stato sottoscritto anche un protocollo: la ditta ha ottenuto dal Comune l’autorizzazione temporanea a raccogliere le pigne della pineta. Questo per evitare che possano cadere con problemi per la sicurezza.

“Vogliamo riscoprire un prodotto - afferma l’assessore alla scuola - che tra gli anni 60 e 70 era conosciuto in tutta Italia, attraverso un percorso simile a quanto fatto con le telline, con il presidio Slow Food. Abbiamo il dovere di puntare su un marchio Fiumicino. Da diversi mesi le mense scolastiche offrono prodotti biologici e a zero chilometri del nostro territorio. L’idea che stiamo portando avanti è restituire la centralità alla produzione agricola e al consumo dei prodotti locali sviluppando progetti legati alla filiera corta, sostenendo il consumo di materie prime locali nella ristorazione, individuando forme di promozione e garanzia del prodotto locale, come questa”.

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