Il WWF Italia dà il via alla ‘Food Week’ lanciando #Menu4Planet, con informazioni e soluzioni per i consumatori
Il pianeta che mangiamo tutti i giorni sulle nostre tavole contiene il 70% delle biodiversità terrestri ed il 50%di quelle di acqua dolce. In programma, report, clip video, campagne social, webinar, fino al 16 ottobre, Giornata Mondiale dell’Alimentazione
(AGR) Abbiamo solo 9 anni di tempo per rivedere il sistema di produzione alimentare a livello globale, attraverso un cambio dei regimi alimentari di ciascun paese: solo così potremo invertire il trend in picchiata della perdita di biodiversità. Il modo con cui ci alimentiamo ha, infatti, causato, finora, la perdita del 70% di biodiversità terrestre e del 50% di quella d’acqua dolce. Stiamo divorando il Pianeta senza capire quanto la nostra salute sia profondamente connessa con quella dell’ambiente in cui viviamo, come ha dimostrato anche la crisi Covid-19. La scelta di cambiare i nostri regimi alimentari ormai è obbligata e non riguarda solo quale cibo scegliamo, ma anche in che modo i nostri alimenti vengono prodotti e da dove provengono. Per questo, in vista della Giornata Mondiale dell’Alimentazione – 16 ottobre - il WWF lancia la FOOD WEEK, una settimana di sensibilizzazione sull’alimentazione, con un palinsesto di informazioni e consigli, divertenti clip video rivolte ai consumatori, storie sul campo dall’agricoltura alla pesca affrontando anche il tema della convivenza tra uomo e specie selvatiche nei territori dove si produce cibo. Utilizzando l’hashtag #Menu4Planet tutti i canali web e social del WWF proporranno quindi un lungo Menù di azioni per un’alimentazione amica del Pianeta.
Il WWF apre oggi la settimana con il lancio globale del report “Invertire la rotta: il potere riparatore delle diete amiche del Pianeta” una ricerca scientifica condotta sulle diete di 147 paesi di tutto il mondo che mostra gli impatti che i diversi regimi alimentari e scelte di consumo provocano su ambiente, biodiversità, suolo e clima e anche sulla nostra salute. Il report non solo offre una visione globale, ma indica un approccio locale per favorire l’adozione di diete sostenibili per uomo e natura a livello nazionale e individuale. Secondo l’analisi svolta, la scelta di un “modello alimentare amico del Pianeta” a livello globale comporterebbe: aria più pulita e temperature più basse con una riduzione di circa il 30% delle emissioni di gas serra, maggiore biodiversità sul Pianeta, riducendone di almeno il 5% la perdita, più spazio per natura e specie poiché si ridurrebbe di almeno il 40% il bisogno di terreni agricoli, una popolazione più in salute e con un’aspettativa di vita più lunga poiché il tasso di mortalità prematura si ridurrebbe di almeno il 20%.