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Il Moscato di Scanzo

print27 febbraio 2013 19:32
Il Moscato di Scanzo
(AGR) Scanzorosciate è sempre più punto di riferimento per l’enologia italiana.

Già celebre come patria del famoso passito DOCG a bacca rossa dal sentore di>

rosa, è ora a tutti gli effetti anche un modello virtuoso di sinergia>

pubblico-privato. La ricerca sul sequenziamento del DNA, presentata in>

anteprima il 20 febbraio nella Sala Consiliare del Comune, è infatti un>

esempio nazionale di collaborazione fra privato, i produttori rappresentati>

dal Consorzio, e pubblico, Università di Milano e Istituzioni. “L’unione fa>

la forza – afferma il prof. Osvaldo Failla, del Dipartimento di Scienze>

agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, referente>

scientifico del progetto – e i risultati che abbiamo ottenuto potranno>

essere di grande utilità anche per altri vitigni e territori. È stata una>

sorpresa scoprire tante linee clonali, ben 23, in un’area così circoscritta.

La miglior testimonianza della storia secolare di questo vino poiché solo

tempo ha permesso che si sviluppasse una tale diversità. Vogliamo ora>

valorizzarla, selezionando linee complementari, in modo da creare sinergie>

fra aromi e dare ricchezza e qualità alla produzione”.La strada è in>

salita perché la prossima fase prevede di passare dal laboratorio

rimpianto nel terreno. “Appassimento e vinificazione sono le nostre prossime>

sfide – spiega la Presidente del Consorzio Angelica Cuni – ma fino ad ora>

siamo enormemente soddisfatti. L’investimento sta portando i risultati>

attesi e siamo orgogliosi di aver prodotto un patrimonio di conoscenze che>

restituiamo non solo al nostro territorio ma all’Italia intera”. Ulteriori>

dettagli sul progetto, finanziato dal Ministero della politiche agricole e>

forestali, che ha consentito il sequenziamento del DNA di 51 vitigni>

autoctoni italiani, tra i quali il Moscato di Scanzo, saranno presentati

9 aprile al Vinitaly.

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