L'associazione Penelope a fianco dei familiari del piccolo Adelio Bocci
Penelope teme per la vita del minore in questo particolare teatro di guerra in Kazakistan
Giovanni e il figlio Adelio
(AGR) Giovanni Paolo Bocci tecnico di un'azienda impegnata in Kazakistan, nel 2013 a Taraz conosce Abraliyeva Aigul, dopo qualche mese e precisamente il 15 settembre nasceva il figlio Adelio.
Trascorso il primo anno di matrimonio in Kazakistan, nell'estate del 2014 la famiglia faceva rientro in Italia e stabilivano la loro residenza nella città di Brindisi e il piccolo Adelio dopo essere iscritto al Servizio Nazionale Sanitario inizia a frequentare un asilo nido.
A quel punto Giovanni Paolo rientrava immediatamente a Brindisi dove formalizzava la denuncia querela e successivamente al rientro a casa, trovava una lettera scritta dalla Abraliyeva in cui comunicava la sua intenzione di prendersi un momento di pausa e rientrare in Kazakistan.
Adelio e carro armato
A seguito della denuncia presentata dal Bocci, il Tribunale di Brindisi, con sentenza n.368/2017, ha condannato la Abraliyeva Aigul alla pena di anni due di reclusione (senza condizionale) e alla sospensione della responsabilità genitoriale per il delitto di cui all'art. 574 bis c.p. con condotta perdurante dal 29.10.2015. Tale sentenza è irrevocabile dal 02.03.2017 e resa esecutiva. Peraltro, nel mese di gennaio 2018, il Ministero della Giustizia Italiano ha disposto un mandato di cattura internazionale nei confronti della predetta, e sempre su disposizione del Ministero, l'interpol ha emesso quella che viene definita una " red notice " ossia segnalazione rossa con richiesta di rintracciare la donna.
Istanza di aggiornamento di ordine di esecuzione per la carcerazione ed estradizione della Abraliyeva e per rientro del minore, è stata predisposta dai legali della famiglia del minore, con riscontro formale avvenuto, da parte della Procura Generale presso la Corte d'Appello di Lecce in data 19.07.2019.
Da allora il padre è riuscito a vedere soltanto una volta il piccolo Adelio in Kazakistan in presenza di un legale Kazako e altre persone non identificate che riprendevono l'intero incontro. Sporadiche video chiamate hanno allarmato la famiglia Bocci in quanto spesso il piccolo Adelio mostrava lividi sul viso, un forte dimagrimento ed evidente disagio psico-fisico e inoltre il minore vive con la nonna materna e delle sorti della madre poco si sà.
Lividi sul volto del bambino
Non avendo ottenuto risposte dalle istituzioni Italiane, la Famiglia Bocci si è così rivolta all'Associazione Penelope OdV che si occupa dei familiari delle persone scomparse che ha già attivato una serie richieste (allegando anche le foto) di incontro con il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio con l'intento di capire come i vertici politici intendono proteggere l'incolumità del minore Bocci Adelio specialmente in questo periodo di guerra ed in caso di mancato riscontro l' Associazione continuerà a sostenere la famiglia in ogni sede e in ogni iniziativa a tutela dei diritti umani.
Ministero degli Esteri