Riceve un assegno da 66mila euro contraffatto: la Banca non se ne accorge.... e deve rimborsare
Prima di incassare l’assegno l’Istituto aveva verificato l’autenticità e la solvibilità con una telefonata. Dopo si è scoperto che l’assegno era contraffatto e la somma riscossa è stata stornata dal conto del venditore. L'Arbitro Bancario Finanziario ha riconosciuto la responsabilità della Banca
truffa foto pixabay
(AGR) Grande vittoria per un consumatore di Firenze, truffato tramite un assegno circolare risultato contraffatto ma che la Banca, inizialmente, aveva verificato e accettato di incassare. L’uomo - che aveva venduto un’automobile tramite un annuncio pubblicato sul web - è riuscito a ottenere il rimborso di 66.000 euro oltre alle spese della procedura, grazie all’intervento dell’Arbitro Bancario Finanziario (Abf) che ha riconosciuto la responsabilità dell’Istituto di credito per non avere effettuato tutti i controlli necessari.
ASSEGNO CONTRAFFATTO - L’uomo, dopo avere pubblicizzato la vendita della sua lussuosa autovettura, è stato contattato da un potenziale acquirente. Alla chiusura della trattativa, i due hanno concordato di rivolgersi alla Banca presso cui il venditore era cliente per verificare che l’assegno circolare da 66mila euro emesso a suo favore fosse riscuotibile. La Banca, a seguito di una telefonata con l’Istituto di credito del compratore, ha deciso di provvedere regolarmente all’incasso. Solo dopo pochi giorni, però, è arrivata la brutta sorpresa: si è scoperto che l’assegno risultava in realtà contraffatto e la somma riscossa, a quel punto, è stata stornata dal conto del venditore. La presunta Banca del compratore, infatti, aveva in seguito disconosciuto l’assegno, che risultava riportare serie e numerazioni irregolari.
“Siamo soddisfatti per la vittoria ottenuta - dichiara l’avvocato Menatti - perché ancora una volta l’arbitro bancario ha riconosciuto la responsabilità della Banca negoziatrice che, nonostante l’ingente somma indicata a titolo, si è limitata a una mera telefonata".