Amianto killer nelle Forze Armate: maxi risarcimento di 504 mila euro alla vedova
L'uomo è deceduto per mesotelioma da amianto nei mezzi corrazzati. Il cannoniere è stato esposto a forti dosi di fibra killer e ad altri agenti tossici nocivi, incluse sorgenti radioattive da metalli pesanti (uranio impoverito, radon, etc.) durante il servizio di leva.
(AGR) di Donatella Gimigliano
Il Tribunale di Roma ha condannato il Ministero della Difesa ad un maxi risarcimento di 504.000,00 euro (oltre interessi legali e spese processuali), a favore della vedova del cannoniere P. C., deceduto a 71 anni nel marzo del 2018 per un mesotelioma peritoneale da esposizione ad amianto nei mezzi corazzati. L’uomo è stato esposto a forti dosi di fibra killer e ad altri agenti tossici nocivi, incluse sorgenti radioattive da metalli pesanti (uranio impoverito, radon, etc.) durante il servizio di leva, svolto dall’ottobre del 1966 al dicembre 1967, presso la caserma "Franco Martelli" di Pordenone che fu sede dell'8° Reggimento dei Bersaglieri.
“Questa vittoria ha un sapore dolce-amaro. In ogni caso, la storia di questo militare è un grido di allarme, che ci costringe a non dimenticare, a combattere per la giustizia e a proteggere coloro che, come lui, hanno inalato la fibra killer” – è il commento dell’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari della vittima.
L’ONA ha attivato la tutela delle vittime del dovere, con il numero verde gratuito a loro dedicato 800.034.294 o attraverso il sito internet
foto archivio AGR fibre amianto