Persone scomparse un trend in crescita: Il ruolo del Comitato Scientifico ricerca scomparsi
Il ruolo del terzo settore risulta ormai indispensabile nel sostegno alle istituzioni anche nel delicato ambito delle persone scomparse soprattutto a supporto della formazione degli operatori e dell'assistenza alle famiglie degli scomparsi
(AGR) “ … moltissimi, troppi, scompaiono nel nulla. Sono come il fumo di una sigaretta, come gocce di pioggia sulla sabbia: rapiti, portati via dalle loro famiglie”. Con questa citazione si apre la XXIII Relazione semestrale 1 gennaio – 30 giugno 2020 del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse.
La XXIII Relazione del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse, contenente prevalentemente numerosi dati statistici sull’andamento del fenomeno delle persone scomparse, invita fortemente alla riflessione da parte di noi tutti, su un fenomeno sicuramente molto importante e molto rilevante che tuttavia si presta sempre più a essere gestito, oggi, con nuovi strumenti e metodologie di ricerca più strutturate e all’avanguardia, rispetto ad un passato recente ove l’emergenza faceva la parte del leone.
Con il passare degli anni, comunque, anche grazie all’evoluzione delle tecniche di ricerca il dato positivo di ritrovamento supera il 75% degli scomparsi.
Un fenomeno in grandissima crescita a cui il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi, progetto multidisciplinare di Penelope (S)comparsi Uniti, sta rivolgendo una forte attenzione con lo scopo di fornire un supporto al Governo per il tramite del Commissario Straordinario delle persone scomparse e alle forze dell’ordine, per accelerare i ritrovamenti.
Un passo indietro
La Legge 14 novembre 2012, n. 203, recante “Disposizioni per la ricerca di persone scomparse” costituisce una rilevante novità dell’ordinamento giuridico vigente, in quanto, per la prima volta, è stata introdotta la fattispecie della scomparsa di persona. La norma è composta da un solo articolo che, in realtà, codifica un modus operandi già attuato nella prassi dal 2007, anno in cui è stata istituita la figura del Commissario del Governo per le persone scomparse. Grazie a questa norma, a differenza degli istituti civilistici dell’assenza e morte presunta, la cui disciplina attiene alla tutela patrimoniale degli interessi degli eredi, la scomparsa di una persona dal luogo di dimora abituale o temporanea si inquadra nel rapporto di ogni cittadino con la comunità di appartenenza. Da tale rapporto discendono diritti e doveri reciproci di solidarietà. In tal senso deve essere intesa la facoltà per chiunque e non solo per i familiari di sporgere denuncia. Sono dunque le Prefetture a detenere il potere di coordinamento operativo e generale delle ricerche con riguardo agli scenari e alle responsabilità operative delle diverse componenti interessate, enti locali, Corpo Nazionale VV.F. e sistema protezione civile, associazioni volontariato sociale e altri enti, anche privati, attivi sul territorio.
La formulazione della legge n. 203/2012 delinea l’esistenza di un vero e proprio “procedimento amministrativo” di ricerca della persona scomparsa, in parallelo con quello dell’Autorità giudiziaria volto al perseguimento dei reati.
Il protagonismo del volontariato
Il volontariato, c.d. Terzo Settore, comunque previsto come sistema di supporto alle ricerche delle persone scomparse, ha acquisito, dunque, con la legge n. 203/2012 un’importanza strategica poiché inquadrabile anche come sostenitore e incubatore di grandi competenze professionali.
È proprio in questa fattispecie che si colloca il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi progetto multidisciplinare di Penelope (S)comparsi Uniti con funzioni consultive e di supporto delle associazioni territoriali. Si tratta di un organismo tecnico scientifico relativo a progetti di ricerca, intervento e formazione rispetto al tema delle persone scomparse. Il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi e l’Associazione Penelope Scomparsi partecipano dunque ai sei tavoli tecnici della Consulta previsti nelle specifiche aree di: analisi della normativa e proposte di modifica; politiche di contrasto al fenomeno ed attività di prevenzione e sensibilizzazione; interventi di sostegno alle famiglie degli scomparsi; focus sulle scomparse di persone ospiti di ospedali, case di cura e strutture socio-assistenziali; formazione degli operatori e, infine, focus sui minori.
Ma quando entra in gioco il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi?
La Prof.ssa Maria Gaia Pensieri, Presidente del Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi, nonché sociologa e criminologa investigativa, docente presso l’Università Popolare degli Studi di Milano nel descrivere il grande aiuto che può fornire il Comitato definisce altresì che “… entriamo in gioco quando le Prefetture, secondo il proprio piano territoriale di intervento ci sollecitano il nostro di intervento, e noi rispondiamo mettendo a disposizione le nostre competenze. Ma non solo, noi siamo anche un tramite con le Istituzioni, con le Forze dell’Ordine, nel senso che noi entriamo in gioco anche se sono le famiglie degli scomparsi a contattarci. In questo caso dobbiamo sincerarci della “bontà” del primo contatto ed essere subito di supporto alle famiglie che attraverso noi sanno come muoversi, come sporgere la denuncia e avere un sostegno anche in ordine psicologico, fondamentale fin dalle prime ore della scomparsa”.
“La scomparsa di una persona…” aggiunge la Prof.ssa Laura Volpini, Psicologa Giuridica e Forense, Psicoterapeuta e docente presso la “Sapienza” Università di Roma, membro fondatore del Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi “… prevede sempre delle motivazioni, seppur diverse da persona a persona. Ad esempio gli adolescenti scompaiono molto spesso per questioni di disagio sociale e conflittualità familiare (ma non solo quello chiaramente), mentre gli anziani con patologie tipo l’alzheimer, possono scomparire solo perché allontanandosi da casa non riescono più a ritrovare la strada. Dunque il vero problema su cui le ricerche attuali e future dovranno concentrarsi, e su cui il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi vuole fornire il maggior contributo è anche quello di fornire un supporto alla ricerca della persona scomparsa attraverso la strutturazione di interviste e colloqui clinici ai soggetti più vicini alla persona, che consente di ricostruire i luoghi privilegiati della persona scomparsa, i suoi cambiamenti di vita recenti prima di scomparire ed il suo profilo psicologico. Questa metodologia permette di evitare, come talvolta capita, ricerche estenuanti in luoghi dove la persona scomparsa magari con molta probabilità non è mai stata e né aveva intenzione di andare. È importante anche la tempestività dell’intervento: il tempo diventa un elemento fondamentale affinché la persona scomparsa possa essere ritrovata in vita”.
La Prof.ssa Maria Gaia Pensieri, riprendendo il discorso della Prof.ssa Laura Volpini afferma che “… è proprio in tale contesto di ricerca della persona scomparsa che il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi supporta gli operatori nella formazione. Accelerare e migliorare le ricerche della persona scomparsa significa avere delle capacità tecniche e organizzative importanti da parte degli operatori attivi sul territorio. Infatti è inutile cercare una persona in un luogo che magari la stessa non ha mai frequentato ovvero magari molto lontano dalla propria abitazione. Al contrario, proprio mediante una fattiva formazione di tipo pratico si riuscirà ad ottimizzare la ricerca. Coordino personalmente questo tipo di progetto e proprio nei prossimi mesi dovrebbe essere messa in piedi anche la formazione per le Prefetture proprio nella loro veste di responsabili territoriali e che si interfacciano con la Protezione Civile e che contestualmente danno notizia della scomparsa al Commissario Straordinario”.
Il fenomeno delle persone scomparse si traduce in numeri, così come si rappresentavano statisticamente all’inizio di questo articolo, tuttavia non bisogna mai dimenticare che in realtà si tratta di persone. Persone che appartengono alla vita sociale di un Paese, innanzi tutto, ma anche ad una vita produttiva ed economica. Persone che magari sin dalla loro nascita sono state abbandonate ai loro pensieri e non seguiti durante la crescita consentendo loro (sebbene in maniera non consapevole) di trasformarsi in qualcosa di evanescente (scomparendo) e perché no, con un ruolo da protagonisti.
“Il problema psichiatrico in effetti” dice la Prof.ssa Laura Volpini “… è talvolta presente nelle persone scomparse. Si tratta in genere di soggetti che hanno una storia familiare legata a patologie psichiatriche e che sono in cura presso i DSM o gli SPDC degli ospedali, con scarsa compliance al trattamento”.
Ma tra i numerosi dati interessanti rappresentati nella XXIII Relazione del Commissario Straordinario delle Persone Scomparse, è rilevante quello riferito alla scomparsa delle persone giovani. Un fenomeno composto da una percentuale di oltre il 52% tra i minori di 18 anni e “… a rafforzare questo dato, purtroppo sono i minori stranieri che arrivano in Italia non accompagnati e che spariscono, non lasciando più tracce, magari con l’aiuto della rete della delinquenza strutturata rendendo le ricerche sempre più complicate” come afferma la Prof.ssa Maria Gaia Pensieri.
Dunque dietro la sparizione di un minore straniero che arriva in Italia non accompagnato, i ragazzi sono “vittime” spesso della criminalità organizzata dedita allo sfruttamento della prostituzione minorile e/o al traffico di organi, o alla riduzione in schiavitù.
Anche su questo aspetto in forte crescita, il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi, vuole dedicare le proprie competenze, analizzando questi dati supportati da interviste ad hoc per valutare concretamente sia la parte statistica quantitativa, sia la parte qualitativa a supporto della prima, dalla quale potrebbero emergere molti indicatori interessanti quali la distanza media del ritrovamento della persona scomparsa, le circostanze, se la persona è stata ritrovata in vita o senza vita dopo quante ore ecc.. Questi indicatori servirebbero analiticamente anche alla formazione del personale operativo per le ricerche.
Ci si auspica, in conclusione, che il privato (Terzo Settore) e il Pubblico, possano effettivamente trovare maggiori sinergie, al fine di ridurre sempre più il gap tra le persone scomparse e quelle ritrovate.