Gli Uffizi omaggiano Andrej Tarkovskij per i novanta anni dalla sua nascita
Evento nella Sala Bianca di Palazzo Pitti con letture, testimonianze e musiche dedicate al regista russo: tra i pezzi scelti, brani di un compositore russo (Ilja Demutskij), uno ucraino (Valentin Silvestrov) e uno estone (Tõnu Kõrvits)
Musei Statali Gli Uffizi omaggiano Andrej Tarkovskij per i novanta anni dalla sua nascita
(AGR) Letture, musica e testimonianze, per rendere omaggio ad Andrej Tarkovskij. Così le Gallerie degli Uffizi oggi, nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, hanno celebrato quello che sarebbe stato il novantesimo compleanno del regista russo, scomparso nel dicembre del 1986. Il testo di poesie del padre del regista, Arsenij Tarkovskij (considerato uno dei principali protagonisti della poesia russa dello scorso secolo), è stato esposto su grandi pannelli; al centro della sala, è stato esposto un ritratto di Andrej Tarkovskij realizzato dal pittore Americo Mazzotta.
L’attore Gianluigi Tosto ha letto frammenti dalla conferenza sull’Apocalisse di San Giovanni che il regista tenne alla St. James Church nel 1984; tra un passo e l’altro, la violinista Natascia Gazzana ha eseguito brani di musica classica e non solo: J.S. Bach (1685-1750), Adagio dalla Sonata I in Sol minore BWV 1001; J.S. Bach (1685-1750), Allemanda dalla Partita II in Re minore, BWV 1004; Tõnu Kõrvits (1969), Monologue dalla Stalker Suite; Ilja Demutskij (1983), The second answer da Four answers to a simple question; Valentin Silvestrov (1937), Serenada. Oltre a Bach, amatissimo da Tarkovskij, le composizioni scelte sono state create da un autore russo (Ilja Demutskij), uno ucraino (Valentin Silvestrov) e uno estone (Tõnu Kõrvits).
“Grazie alle sue opere d’arte cinematografiche Tarkovskij ha contribuito all’umanità intera, dunque rendergli omaggio è doveroso ancora di più in un momento di tensioni come questo - ha detto Schmidt – e farlo qui a Palazzo Pitti ha un significato particolare perché l’ultimo progetto a cui stava lavorando quando ci ha lasciato era dedicato a Dostoevskij: proprio Dostoevskij, qui in Piazza Pitti, scrisse alcune parti del suo capolavoro L’idiota. Gli artisti russi hanno contribuito alla cultura del mondo, ora non vanno oscurati. Non si deve permettere questo”.
“Oggi - ha aggiunto Andrej Andreevic Tarkovskij - nella drammatica situazione che stiamo vivendo parlare di Tarkovskij è ancora più attuale. Ed è ancora importante e simbolico farlo qui a Firenze, agli Uffizi, il museo che più amò e apprezzò nella sua vita. Mio padre non fu mai un dissidente ma contestava il materialismo della società, la perdita della capacità di ricerca, di sviluppo della nostra spiritualità. Il nostro sviluppo tecnico, materiale, è cresciuto, andato ben oltre, ma quello spirituale è rimasto fermo. Per questo la società è sbagliata, per questo ci sono le guerre”.
L’evento, trasmesso in diretta Facebook sulla pagina delle Gallerie, è stato seguito da migliaia di persone.
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Foto da comunicato stampa
Tratto da Met.