Roma. Si fingono componenti di un noto clan criminale della zona per estorcere denaro
Scoperti ed identificati dalla Polizia di Stato che, al termine delle indagini, da esecuzione alle misure di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale capitolino, su richiesta della Procura della Repubblica
(AGR) A seguito di una complessa ed articolata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, personale della squadra informativa del VII Distretto P.S. “San Giovanni”, ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’ufficio Giudice per le indagini preliminari del Tribunale capitolino, nei confronti di due persone, gravemente indiziate per il delitto di estorsione aggravata .
E’ stato inoltre eseguito il decreto di sequestro preventivo di due autovetture, di un motociclo e di un conto corrente postale, tutti ritenuti proventi dell’illecita attività delittuosa.
La vittima, secondo quanto narrato dalla stessa alla polizia giudiziaria, aveva ricevuto una serie ininterrotta di richieste di denaro e minacce che le avevano provocato uno stato di totale sottomissione; così era stata costretta a cedere alle intimidazioni e a corrispondere, a più riprese, somme di denaro per un totale di 107.788 euro.
Per rendere ancora più efficace il piano estorsivo e, soprattutto, per ottenere un effetto ancora più traumatizzante sulla vittima, gli indagati l’avevano convinta che il denaro da versare fosse diretto anche ad un componente di spicco del gruppo delinquenziale SPADA, nonché ad esponenti dei gruppi DI SILVIO e CASAMONICA: inoltre, gli indagati avevano rivolto personalmente chiare e gravi minacce di morte alla persona offesa, anche mediante l’utilizzo di armi, nonché di incendiare l’abitazione della stessa.
Le continue richieste estorsive avevano provocato uno stato di totale soggezione e paura nella vittima che, pertanto, si rivolgeva alle forze dell’ordine, mettendo a disposizione i numerosi messaggi ricevuti, anche vocali, che venivano trascritti per lo sviluppo delle indagini.
I legami tra gli indagati sono stati individuati dagli agenti, attraverso l’analisi dei tabulati telefonici, e accurate indagini, dalle quali è emerso che sono stati arrestati insieme in flagranza e, in altre due circostanze, denunciati in stato di libertà.
È stato, inoltre, accertato che uno degli indagati, oltre ad avere subito condanne per reati in materia di stupefacenti e per reati contro il patrimonio, si trovava, altresì, sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di due anni.