Roma, il GIP dispone l'arresto per la Guardia giurata che aveva sparato e ucciso un rapinatore
E' stata disposta a misura della custodia cautelare in carcere, per omicidio volontario, nei confronti della guardia giurata che lo scorso 6 febbraio, aveva sparato a seguito di una rapina in abitazione uccidendo uno dei rapinatori.


(AGR) Questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trionfale hanno eseguito un’ordinanza - emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che dispone la misura della custodia cautelare in carcere, per omicidio volontario, nei confronti della guardia particolare giurata che lo scorso 6 febbraio, aveva sparato a seguito di una rapina in abitazione, consumata in via Cassia, da cui è seguito il decesso di uno dei rapinatori.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che la guardia giurata, la sera dei fatti, mentre si trovava presso la propria abitazione di residenza, al terzo piano della palazzina condominiale di via Cassia, quando uditi forti rumori che provenivano dal primo piano dello stabile ed avendo sospettato che fosse in atto un’azione delittuosa in un appartamento abitato da una donna, scendeva nel piazzale antistante la palazzina dove avvedutosi della presenza di alcuni uomini travisati, appena uno di loro si dava alla fuga per raggiungere il cancello di uscita del condominio, lo inseguiva correndo e puntandogli alle spalle la pistola, da lui regolarmente detenuta in ragione dell’attività lavorativa di guardia particolare giurata, esplodendogli contro due colpi ma il soggetto inseguito riusciva comunque a scappare.
Successivamente, la guardia giurata si avvicinava a un uomo che allontanandosi di corsa tentava di darsi alla fuga scavalcando una staccionata metallica esplodendo un colpo che lo colpiva alla testa e successivamente ricoverato in ospedale, decedeva a causa della grave ferita riportata.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui l’indagato deve ritenersi innocente fino ad eventuale sentenza definitiva.
Quanto sopra, si comunica, nel rispetto dell’ indagato da ritenersi presunto innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.