Il maestro Indiano SRI SRI RAVI SHANKAR a Roma, unica tappa europea
04 maggio 2014 12:37
(AGR) Si è svolto ieri sera a Roma l’incontro con un grande leader spirituale e umanitario che da oltre trent'anni percorre il pianeta in lungo e in largo per portare il suo messaggio di Pace e di Non Violenza in tutti i luoghi della terra. Sri Sri Ravi Shankar, candidato più volte a Nobel per la Pace, conosciuto anche come il «Guru della Gioia» per la dolcezza, l'umorismo, l'ironia e la semplicità con cui riesce a trasmettere profondi insegnamenti e conoscenze ispiranti che, insieme al suo impegno al servizio dell’umanità, gli hanno fatto guadagnare il rispetto dei maggiori rappresentanti di tutte le religioni così come quello di molti Capi di Stato e di Governo. Il suo Ashram nella città di Bangalore, nel sud dell'India, è meta ogni anno di milioni di persone e cercatori di spiritualità e conoscenza provenienti da ogni parte del mondo. Come Ambasciatore di Pace, Sri Sri ha giocato un ruolo fondamentale nella risoluzione e diffusione della sua visione di non-violenza attraverso forum pubblici e incontri in tutto il mondo, seguiti da milioni di persone di tutte le etnie, condizioni sociali e nazionalità. Considerato una figura neutrale nel portare la pace, il leader umanitario rappresenta una speranza nei conflitti , è stato ricevuto dal Papa ed ha avuto il grande merito nel portare alla risoluzione e al tavolo dei negoziati diversi conflitti tra cui Iraq, Costa D'Avorio e gli Stati del Kashmir e Bihar in India. Inoltre è spesso presente in quelle zone a rischio in cui la pace sembra così difficile da conquistare. E, a tal proposito, racconta che purtroppo in Egitto ultimamente non gli hanno concesso il visto, ma lui non si arrende. "Quando l'attenzione viene data all'aspetto spirituale della vita, si ottiene un senso di appartenenza e ci si prende cura per l'intera umanità , si rompono i limitati confini di casta, credo, religione e nazionalità, e si ottiene una diversa consapevolezza della vita. E’ solo attraverso questa elevazione di coscienza che le guerre possono essere eliminate e ripristinati i diritti umani nel mondo di oggi." E’ simpatico, sorridente e carismatico Sri Sri, mentre parla di rabbia fermentata che diventa violenza, di come comunichiamo di più con le nostre vibrazioni che con le parole, di come, se le vibrazioni sono positive, influenzano positivamente la nostra vita e di quanto troppo spesso accade il contrario. Poi chiede al pubblico che ha gremito il salone dell’hotel ospitante di abbracciarsi, presentarsi e stringersi le mani. La folla obbedisce all’istante, come non aspettasse altro. Qualcuno sorride imbarazzato, la signora inglese con un sari arancione stringe le mani e sorride a tutto il pubblico della prima e seconda fila, altri si scambiano sorrisi e timidi abbracci col proprio vicino di posto, con quello davanti, con la ragazza della fila dietro e col signore barbuto accanto. Una ragazza molto elegante si dirige ad abbracciare un ragazzo indiano nella sesta fila di sinistra, un distinto signore con cravatta firmata stringe le mani di un ragazzo con i capelli lunghissimi che parla tedesco. Sarà pure demagogia, ma il risultato è un’infinità di persone sorridenti e un’energia vibrante che potresti toccare con mano. Fondatore di importanti ONG come Art of Living, fondazione non governativa basata sul volontariato e dedicata a ridare forza ai valori umani per creare una società libera da stress e violenza con un approccio assolutamente laico e olistico, e l'International Association for Human Values, Sri Sri Ravi Shankar percorre lo stesso ideale di pace e non violenza del Mahatma Gandhi. E’ solo un ragazzo quando mette a punto il Sudarshan Kriya Yoga, una tecnica di respirazione attraverso la quale migliorano salute e qualità della vita, creando un contatto col proprio mondo interiore. Attraverso le sue iniziative e i suoi discorsi pieni di saggezza e compassione, Sri Sri ha costantemente sottolineato la necessità di rafforzare i valori umani e riconoscere l'umanità come la nostra più alta identità. Promuovere l'armonia interreligiosa e chiedere l'educazione multiculturale come il rimedio per razzismo e fanatismo sono parti significative dei suoi sforzi per raggiungere una pace sostenibile sul nostro pianeta. In qualità di ambasciatore di pace, Sri Sri Ravi Shankar svolge un ruolo chiave nella risoluzione dei conflitti, animando l'antico ideale indiano Vasudhaiva Kutumba, ovvero una Famiglia Mondiale. Anche ieri sera ha ricordato che diverse tradizioni e culture hanno le loro radici negli stessi valori umani basilari di pace, verità compassione, appartenenza e non violenza. I suoi programmi portano assistenza pratica e spirituale a persone di diversa provenienza sociale ed etnica, vittime di disastri naturali, sopravvissuti ad attacchi terroristici, bambini di popolazioni emarginate e comunità in conflitto, detenuti ed altre ancora. Con i detenuti in particolare, rompendo il ciclo della violenza e le recidive, si abbassa anche il tasso di criminalità. La forza del suo messaggio ha inspirato un'onda di servizio basato sulla spiritualità attraverso un ampio network di volontari, che hanno condotto questi progetti attraverso aree critiche in tutto il mondo. “Quello che ci sembra impossibile, sono solo sfide da superare”, spiega sorridendo. Sri Sri Ravi Shankar, a giorni 58 anni, insegna e scrive libri, riceve premi e onorificenze, tiene conferenze e muove folle in tutto il mondo. Nel 2011 ha riempito lo stadio di Berlino, più di 370 milioni di persone in 160 paesi hanno beneficiato dei suoi insegnamenti e dei programmi sociali ed umanitari delle sue organizzazioni. Viaggiatore instancabile, tiene discorsi alle Nazioni Unite e al Forum Mondiale dell’Economia, illumina le giovani menti degli studenti di Harvard, ispira i leader spirituali e quelli del mondo degli affari. Con un seguito sempre crescente in tutto il mondo, da Bangalore alla Bosnia, dall’Olanda al Sud Africa, dal Tamil Nadu a New York, la sua presenza, la sua grazia e la sua tecnica hanno toccato e trasformato la vita di milioni di persone. Il suo segreto? Lo condivide volentieri: “Essere felici, perché per questo siamo nati, mangiare il necessario, essere il punto di riferimento di sé stessi mentre tutto intorno cambia, tornare a vivere con l’entusiasmo e lo stupore di un bambino. Sapete che – è stato calcolato – un neonato sorride in media 400 volte al giorno, un adolescente 17, un adulto potrebbe non sorridere mai nella giornata? Quindi respirate e sorridete, l’avete imparato appena venuti al mondo, tornate a farlo”. (di Manuela Minelli)Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti