Dal Governo segnale verde per il family act, ecco l'assegno universale
Nel provvedimento che ora approda in Parlamento, il Consiglio dei ministri prevede contributi anche per asili nidi e poi indennità integrativa per mamme lavoratrici paternità più lunga, congedi anche per colloqui con i professori
family act: l’assegno universale a sostegno della famiglia
(AGR) Era stato annunciato a febbraio, dopo l’ennesima rilevazione dell'Istat che confermava la denatalità italiana ai minimi storici. Poi causa epidemia è stato tutto rimandato. Ora il consiglio dei ministri ha ritirato fuori dal cassetto e approvato, dopo vari contrasti in maggioranza (soprattutto sulle coperture economiche), il provvedimento fortemente voluto dalla ministra per la Famiglia Elena Bonetti, che presenta il provvedimento «come una scelta di speranza e di coraggio» dove oltre all’assegno universale «c’è un incremento della rete dei servizi educativi a sostegno delle famiglie, in particolare per la fascia da zero a sei anni, una maggiore corresponsabilità tra padri e madri e un supporto alle giovani coppie».
Nel dettaglio, la bozza composta da otto articoli prevede: per tutti i nuclei familiari con uno o più figli, un assegno (o un credito d’imposta) a cui viene aggiunta una quota variabile determinata dall’Isee. L'assegno è riconosciuto a decorrere dal settimo mese di gravidanza ed è attribuito per ciascun figlio, fino ai diciotto anni di età. In caso di figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del venti per cento. Previsti inoltre incentivi al lavoro femminile (come l’indennità integrativa del 30% della retribuzione per le madri lavoratrici e la deducibilità per le spese per la baby sitter), congedi parentali e permessi retribuiti, di almeno 5 ore nell’arco di un anno scolastico, per i colloqui con i professori dei figli.