Balneari, solo il 33% della costa in concessione, cade il presupposto della Bolkestein? No a bandi per i rinnovi 2024?
Secondo il Tavolo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio, solo il 33% delle aree demaniali delle coste è stato dato in concessione, resta libero il 67% delle aree costiere. Capacchione (Sib): verrebbe meno, pertanto, il presupposto per la messa a gara delle concessioni demaniali maritt
(AGR) “ll tavolo tecnico, istituito presso la Presidenza del Consiglio, per definire i criteri per determinare la scarsità della risorsa naturale disponibile, ha terminato ieri il suo lavoro. - ha dichiarato Chiara Tenerini, deputata FI - E' emerso con chiarezza che non più del 33% delle aree demaniali delle coste, circa un terzo del totale, sono attualmente date in concessione, rimane quindi libero il 67% delle coste italiane.
Questo dato conferma che la risorsa naturale disponibile non è scarsa su base nazionale, non si deve applicare, quindi la direttiva Bolkestein, che costringerebbe le concessioni esistenti a nuove gare dopo il 2024. Finalmente un punto di svolta in un clima di totale incertezza che ha pesantemente danneggiato il comparto. In Italia – aggiunge - vi sono più di 8mila km di coste, era difficile immaginare che la risorsa fosse carente….. Ricordiamo che quello balneare è un comparto fondamentale del nostro Paese, settore chiave dell'industria turistica, in grado di dare lavoro a migliaia di persone. Abbiamo il dovere di preservarlo e tutelarlo. In attesa dei futuri sviluppi mi sembra importante sottolineare quanto l'esito del lavoro del tavolo ministeriale sia positivo per la filiera e possa alla stessa dare un nuovo slancio produttivo”.
Viene meno, pertanto, il presupposto per la messa a gara delle concessioni demaniali marittime attualmente vigenti, così come chiarito dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea, da ultimo con la sentenza del 20 aprile 2023.
“Abbiamo auspicato che questi dati, senza alcun indugio, vengano riportati alla Commissione europea per l'archiviazione della procedura di infrazione - ha continuato Capacchione - Suggerito, poi, la necessità e l'urgenza di un intervento normativo che impedisca l'avvio delle procedure di pubblica evidenza, delle concessioni demaniali vigenti, da parte degli Enti concedenti, perché le stesse sarebbero solo foriere di un certo contenzioso, anche alla luce dei risultati del Tavolo interministeriale”.